La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, ha dichiarato lo stato di crisi ed emergenza siccità per il settore zootecnico. Per l’attuazione degli interventi a favore degli allevatori siciliani, il presidente Renato Schifani ha nominato commissario il dirigente generale del dipartimento Agricoltura Dario Cartabellotta.

Le parole di Sammartino

“Il governo regionale – dice Sammartino – mette in campo azioni concrete per aiutare gli allevatori colpiti dalla siccità e per la salvaguardia della zootecnia, così come richiesto dagli stessi operatori del settore in occasione degli incontri dell’unità di crisi istituita dal presidente Schifani. Siamo consapevoli del grave disagio che vivono i nostri allevatori per la carenza di pascolo legata alla mancanza di acqua e per gli esorbitanti costi di produzione e di mantenimento del bestiame. Le deroghe previste dallo stato di crisi ed emergenza consentiranno, infatti, di accelerare la possibilità di aiutare il settore. Insieme al commissario Cartabellotta lavoreremo ad altre misure finalizzate ad aiutare anche il comparto agricolo”.

I provvedimenti

Tra i provvedimenti individuati nella delibera di giunta, la semplificazione delle procedure e il sostegno delle spese per la transumanza, l’esonero dei pagamenti dei canoni d’affitto delle superfici a pascolo pubblico per l’anno 2024, l’erogazione dei primi contributi per 5 milioni di euro alle aziende per l’acquisto di foraggio e l’approvvigionamento idrico, la semplificazione delle procedure per l’attingimento nei corsi d’acqua e l’utilizzo delle autobotti per il trasporto dell’acqua per gli animali.

Coldiretti, servono investimenti strutturali e un piano invasi

A disegnare il quadro drammatico della situazione è la Coldiretti per la quale “l’inizio d’anno bollente con una temperatura superiore di 1,6 gradi rispetto alla media storica aggrava la siccità nelle campagne ha mandato la natura in tilt”. Il dato quanto emerge proprio da una analisi della Coldiretti sulle rilevazioni Isac Cnr relative al mese di gennaio 2024 nel confronto con la media del periodo 1991-2020. L’anomalia climatica è più evidente nelle regioni del Centro Italia, dove lo scarto rispetto al passato è addirittura superiore ai 2 gradi – rileva Coldiretti -, mentre al Sud la colonnina di mercurio è salita di 1,75 gradi.

“L’assenza di piogge mette a rischio le semine di cereali e legumi, i pascoli e ortaggi e frutta che non riescono ad entrare in produzione – continua la Coldiretti – con un impatto particolarmente grave in alcune regioni come la Puglia, la Sicilia e la Sardegna, mentre lievitano i costi di produzione a carico degli agricoltori. Ma il caldo fuori stagione favorisce anche il risveglio anticipato delle piante, con fioriture fuori stagione con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un eventuale forte abbassamento delle temperature”.

“L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – rileva la Coldiretti – e tale obiettivo richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 5.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm”.

“Ma servono anche – conclude Coldiretti – investimenti strutturali con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica”.

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