Un appello affinché il ddl di iniziativa popolare “Integrazione al reddito contro la povertà assoluta” sia finalmente inserito nell’agenda parlamentare dell’ars. Con una lettera aperta al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, agli assessori della giunta, al Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e ai presidenti dei gruppi parlamentari all’Ars, il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, torna a chiedere con forza, a nome del Comitato “No Povertà”, che l’Ars rispetti gli impegni presi nei mesi scorsi di avviare l’iter parlamentare del ddl. Il testo, la scorsa estate, ha raccolto l’adesione di oltre quindicimila siciliani e, dal 13 novembre scorso, è stato depositato all’Ars.
“Mi permetto – scrive Lo Monaco nella lettera – nella qualità di Presidente del Centro Studi Pio La Torre e di componente del Comitato “No Povertà”, di esprimere la preoccupazione per il vostro disinteresse, mal dissimulato, per il vostro silenzio assordante, di fronte la tragedia che investe, secondo l’Istat, la maggioranza delle famiglie siciliane a rischio povertà. Incontri annunciati con il Comitato No Povertà disdetti all’ultimo minuto, discussioni non chiare sulla scelta dell’Ars, del Governo e dei gruppi parlamentari provocano ulteriore insofferenza verso la Regione e la politica”.
“Al di là delle formali assicurazioni di prenderlo in considerazione – continua la lettera -, nessun atto concreto di inserimento nell’agenda parlamentare è stato fatto. Si è avviato l’iter parlamentare della legge di stabilità, nella quale il governo preannuncia misure generiche contro la povertà, senza fare riferimento alcuno a un disegno di legge proposto da un Comitato ampio e trasversale, composto dai sindacati dei lavoratori, da un largo fronte di associazioni cattoliche e laiche del terzo settore, dall’Anci, dal Centro Studi Pio La Torre e sottoscritto da quindicimila elettrici ed elettori siciliani”.
“Il rifiuto di prendere in considerazione una proposta di legge dal basso – conclude il testo – produce un silenzio assordante che non sarà facilmente scordato dai siciliani. Un atto di resipiscenza della classe dirigente siciliana cancellerebbe questo duro giudizio, darebbe una speranza di cambiamento alla gente, alle famiglie indigenti, ai precari, ai disoccupati, ai comuni. Una politica di contrasto alla Povertà non può fermarsi a misure provvisorie e assistenziali, deve prevedere politiche di sostegno all’economia, alle imprese e alle amministrazioni comunali, oltre che politiche di reinserimento nel mondo produttivo di quanti sono in grado di lavorare, di forme d’inclusione sociale dei più deboli per assicurare dignità ad ogni cittadino”.
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