• Via ai contributi del Dl Sostegni per le partite Iva
  • Critiche da Unicoop Sicilia sui contributi alle nuove partite Iva
  • La protesta: “Demonizzato il meccanismo dei codici Ateco”

“Da questa mattina è possibile presentare le domande di contributo, previsto dal Decreto Sostegni, per tutte le imprese che hanno avuto un calo di fatturato. Nei primi 10 minuti sono arrivate più di 2000 richieste”. Così in un tweet il vice ministro al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) Laura Castelli. Ma si aprono anche le polemiche. È Unicoop Sicilia che critica la scelta di concedere il contributo a fondo perduto anche alle partite Iva aperte dal 2019 in avanti.  È garantito infatti un contributo minimo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

La critica al Dl sostegni di Unicoop Sicilia

Sulla base di quanto prevede la norma appena approvata dal governo nazionale, il contributo spetterebbe sempre anche a chi ha aperto una partita IVA dal 2019  a prescindere dall’eventuale calo di fatturato subito. Grazie a questo meccanismo, tante imprese italiane percepiranno la somma minima di 1.000 euro. Unicoop Sicilia parla di “inadeguatezza della misura, ma anche la sua iniquità”. “Viceversa – aggiunge Contarino di Unicoop – tutte quelle cooperative che noi assistiamo e operanti nei settori più colpiti: ristorazione, turismo, cultura che, applicando la percentuale prevista al calo di fatturato medio mensile, riceveranno un esiguo contributo pari a neanche il 10 per cento delle perdite subite, peraltro dopo mesi di attesa. Un fatto questo che consideriamo estremamente nocivo, così come il goffo tentativo da parte del Governo che sta tentando di correre ai ripari, eliminando sia il grave danno causato, che l’ingiustizia subita dalle imprese”.

Risorse a chi non ha subito danni

“Aver demonizzato il meccanismo dei codici Ateco –  dice la vice presidente di Unicoop Sicilia – ha soltanto prodotto l’assurdo risultato di far arrivare risorse a chi non ha subito danni o perlomeno non quanto a chi, invece, è stato costretto a chiudere o a limitare pesantemente la propria attività”. Secondo l’associazione di categoria, sarebbe auspicabile oltre che investire giustamente in una campagna vaccinale più efficiente, ripensare tutto il sistema di aiuti, adempimenti e tutele (dalle scadenze fiscali alla cassa integrazione al riconoscimento di crediti d’imposta) per i comparti più colpiti, “a meno che qualcuno non abbia già deciso e pianificato la desertificazione delle imprese del sud e in particolar modo di quelle siciliane. Un’ecatombe che auspichiamo non accada mai”.

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