Resta forte l’allarme inquinamento da diossina nell’area attorno alla discarica di Bellolampo interessata dagli incendi dei giorni scorsi. La relazione dell’Arpa non rasserena, anzi pone seri dubbi su rischi per ingestione. Il sindaco di Palermo ha attivato una task force mentre all’Ars il Pd chiede chiarezza sui dispositivi di sicurezza della discarica.

L’analisi dei dati

“Alla luce del dato di 939 cento grammi metro cubo della diossina registrato dalle centraline durante gli incendi inizieremo una campionatura sul suolo – dice Anna Abita responsabile dell’unità operativa complessa della qualità dell’aria dell’Arpa -. Servirà a valutare la ricaduta di queste sostanze nella zona circostante alla zona della discarica Bellolampo e nelle aree limitrofe. La presenza della diossina non è pericolosa per la respirazione ma per l’ingestione. La sostanza tossica si deposita nel terreno ed entra nella catena alimentare, ortaggi, latte, carne. Per questo bisogna verificare nei prossimi giorni quanta diossina sarà presente nei terreni nella zona della discarica”.

Vertice al Comune

E’ prevista oggi alle 4 al Comune una riunione per affrontare l’emergenza. “Il dato si riferisce alla centralina in via Costantino Inserra aria prelevata per 24 ore dalle 22 del 24 luglio alle ore 22 del 25 luglio – aggiunge la dirigente dell’Arpa -. Non c’è nessun limite stabilito dall’organizzazione mondiale della sanità in aria ambiente, ma da dei valori indicativi. In ambiente urbano in assenza di una sorgente emissiva specifica, quale può essere l’incendio, si possono avere 100 grammi per metro cubo di diossina. Mentre già una concentrazione di 300 indica che c’è una sorgente emissiva. Noi ne abbiamo trovati oltre 900”.

Le diossine non scompaiono

“Adesso ci aspettiamo che in aria ambiente, visto che è stato spento l’incendio, i livelli si siano abbassati – rileva ancora Anna Abita -. Però le diossine di per sé non scompaiono e sostanze persistenti entrano nella catena alimentare. Ripeto, il problema non è tanto nella respirazione ma la maggiore tossicità la esplicano nell’ingestione. Le diossine sono sostanze liposolubili. Il problema non è tanto nell’acqua, forse neanche nell’aria a meno che non sei sotto la sorgente emissiva. Ma quello che può essere accumulato nel grasso nel passaggio nella catena alimentare”.

Il sindaco: “Subito una task force”

“Il rapporto dell’Arpa regionale attesta, coerentemente con la presenza di fonti emissive locali, un innalzamento dei livelli di diossina durante la fase acuta degli incendi ha rilevato il sindaco Roberto Lagalla -. Come specificato dalla relazione dell’Arpa, si precisa che l’eventuale esposizione a diossine e furani non pone rischi connessi alla inalazione diretta. Ma si rende comunque necessario solo verificare la presenza di eventuali residue concentrazioni sul terreno. A fronte dei dati ricevuti stamattina, a 72 ore di distanza dal rilevamento posto nell’area di Inserra, particolarmente colpita dai roghi, il Comune di Palermo ha immediatamente attivato una task-force composta dalle competenti istituzioni tecniche. Servirà a verificare se siano necessari specifici provvedimenti da assumere nelle prossime ore, nelle more degli ulteriori rilevamenti”.

Interrogazione all’Ars

Intanto in un’interrogazione parlamentare all’Ars il gruppo del Pd chiede se siano state fatte rilevazioni anche nelle altre aree cittadine oltre alla zona “inserra”. “I motivi del ritardo nel verificare la presenza di sostanze inquinanti nei terreni, in particolare quelli agricoli – si legge -. Se sia stata avviata una procedura di monitoraggio delle falde acquifere. Soprattutto si stigmatizza una comunicazione tarda e si ravvisa una certa sottovalutazione dei rischi nonostante il precedente dell’incendio del 2012 nella stessa area di discarica”. I deputati inoltre chiederanno informazioni sui piani antincendio e di emergenza dell’area della discarica e della vicina centrale elettrica Terna. Il cui interessamento, scongiurato solo da fortunate circostanze e dal lavoro encomiabile di operatori, avrebbe creato incalcolabili danni ulteriori.

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