“I distretti produttivi siciliani non possono essere vissuti come un problema ma devono essere realmente i motori dello sviluppo locale, per questo è necessario superare le recenti criticità e ripensarne il ruolo nella nostra strategia economica”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano, intervenendo all’incontro che si è tenuto a Palermo in assessorato con i rappresentanti dei distretti produttivi dell’Isola.

I distretti produttivi, istituti con decreto nel 2005, hanno l’obiettivo di far lavorare le filiere per sistemi integrati in grado di darsi una programmazione a livello territoriale incentivandoli con specifici fondi. Nel 2007 la Regione Siciliana ne ha riconosciuti 23: nove industriali, otto agricoli, quattro artigianali e due della pesca.

“L’incontro di oggi – spiega l’assessore Turano – è servito a superare un primo problema relativo al riconoscimento dei distretti. Il decreto del 2005 prevede una validità del riconoscimento della durata di tre anni, trascorsi i quali i distretti riconosciuti devono andare al rinnovo. Di fatto dal 2017 la situazione dei rinnovi e dei riconoscimenti era praticamente bloccata, oggi però abbiamo garantito ai rappresentanti dei distretti che faremo un bando con domande a sportello per consentire i rinnovi ed anche le nuove costituzioni”.

Nel corso della riunione i distretti hanno chiesto all’assessore Turano di valorizzare il ruolo della consulta dei rappresentanti legali dei distretti e soprattutto di avere un ruolo attivo nella nuova programmazione e in generale per tutti i bandi.

“Abbiamo chiaro il quadro delle criticità ma non possiamo limitarci a queste. Abbiamo il compito di rilanciare il ruolo dei distretti di cui conosciamo le potenzialità e anche il lavoro svolto in questi anni, per questo ho chiesto ai rappresentanti dei distretti un documento che ci consenta di avviare un’animazione sui territori per stimolare le imprese a credere in realtà che possono essere dei presidi territoriali di sviluppo e occupazione e non delle scatole vuote” conclude Turano.