Questo 2020 che sta per finire ci lascia pochi ricordi positivi. Oggi vorrei continuare il mio dizionario dell’anno. Ho ricevuto parecchi suggerimenti su chi inserire in questa hit parade di cose belle e brutte. Quindi, ringrazio chi mi ha dato una mano a completare questa singolare classifica.

La settimana scorsa ci eravamo fermati alla lettera F. Con i Ferragnez, veri e propri mattatori del mondo social italiano. Alla lettera G non può che esserci che lui, il Giggino nazionale. Luigi detto Giggi, non ci sarebbe neanche bisogno di completare il personaggio col cognome. Per alcuni, Di Maio l’avrei dovuto inserire alla lettera B, come “bibitaro”. Ma quello è un mestiere nobile, antico e ristoratore. Giggino aveva mostrato segni di debolezza come capo partito. Da ministro degli Esteri si è persino superato collezionando una serie di gaffes leggendarie. Non ultima la parata pietosa a Bengasi in ginocchio da Haftar.

Ma alla lettera G, va citata anche Anna Grassellino, la ricercatrice di Marsala premiata come donna dell’anno. In realtà Barack Obama si era accorta di lei quasi quattro anni fa. Qui in Italia, zitti e muti quando si parla di ricerca, di scienza e di donne.

La lettera H andrebbe listata a lutto. E’ la lettera per identificare gli hotel italiani. Insieme ai ristoratori sono tra le principali vittime economiche della pandemia che ha squassato il mondo. Il peggio, per loro, deve ancora venire. Quanto resisteranno ancora restando chiusi? O con le aperture a yoyo?

Alla lettera I, menzione di merito a tutti gli infermieri italiani, In prima linea per salvare la vita delle persone, spesso sottopagati, spesso senza strumenti per proteggersi, sono stati l’ultimo fortino che il virus non ha scardinato del tutto.

In questa classifica la lettera L c’è ma non c’è: L come Lavoro, questo sconosciuto. I numeri del 2021, le prime proiezioni che arrivano, fanno tremare i polsi. All’inizio della primavera verrà rimosso il blocco ai licenziamenti. Ed è allora che si dovranno fare i conti con il dramma occupazionale di questo Paese.

M come Maradona. Quando un Dio ci abbandona, seppur la deità del mondo del pallone, siamo tutti più tristi e più poveri. Dieguito è morto solo e malato. Ed è stato orribile il sequel di scandali e polemiche sul funerale e sulle eredità. Nulla, però, potrà mai cancellare le magie che ci ha donato.

N come negazionisti. Incredibile a dirsi, a distanza di quasi un anno dallo choc pandemico ci sono ancora milioni di persone convinte che il covid non esista. In rete ha prevalso il dibattito stucchevole della morte per o con covid. Aveva proprio ragione Umberto Eco, la libertà della rete ha dato fiato anche alla gente stupida.