Il Sinalp, diffida il Ministero dell’Istruzione in merito al riconoscimento dei titoli conseguiti da cittadini italiani in Romania.
Nell’atto di diffida, il sindacato, fa presente ancora una volta “che il Consiglio di Stato si è definitivamente espresso con sentenza n. 1198 del 17 febbraio 2020 con la quale ha statuito che le abilitazioni all’insegnamento conseguite in Romania devono considerarsi valide anche all’interno dell’ordinamento italiano; Che il Consiglio di Stato ha ampiamente motivato come alla base del provvedimento del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 5636 del 2019, con il quale è stata rigettata la richiesta di riconoscimento del titolo di abilitazione all’esercizio della professione docente acquisito in Romania, si pongano in contrasto con i principi e le norme europee che impongono il riconoscimento in modo automatico dei titoli di formazione rilasciati in un altro Stato membro al termine di formazioni in parte concomitanti, a condizione che «la durata complessiva, il livello e la qualità delle formazioni a tempo parziale non siano inferiori a quelli delle formazioni continue a tempo pieno» (Corte di giustizia dell’Unione europea n. 675/2018); Che le autorità rumene hanno ampiamente chiarito che la certificazione dei titoli conseguiti in Romania risulta conforme alla normativa rumena e alla direttiva europea n. 36 del 2005, nonché all’articolo 17 del decreto legislativo n. 206 del 2007, per l’esercizio in Italia della professione di docente; Che il perdurare di tale comportamento omissivo avrà come conseguenza l’avvio di molteplici azioni legali, che potrebbero generare gravissimi danni erariali”.
“Come abbiamo più volte detto – afferma Gaetano Giordano, segretario generale della Federazione Scuola e Formazione del Sinalp -, non ci fermeremo. Il ministero non può non tenere conto delle sentenze e deve procedere immediatamente al riconoscimento dei titoli conseguiti dagli italiani in Romania”.
Come si legge in un articolo del Corriere della Sera del 21 aprile scorso, l’abilitazione all’insegnamento presa in Romania vale quanto quella italiana. Così ha stabilito la sesta sezione del Consiglio di Stato nel ricorso di un docente italiano abilitato in Romania contro un precedente verdetto del Tar a lui sfavorevole. Come spiegato nelle motivazioni della sentenza depositata lunedì 20 aprile, la legislazione europea impone il riconoscimento automatico dei titoli di studio fra i Paesi membri.
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