Il rilancio dell’occupazione femminile è tra gli obiettivi del Pnrr e in una regione come la Sicilia, dove al lavoro sono solo il 29,3% delle donne, per Cgil Cisl e Uil, “è un’occasione da non perdere”. Le donne delle tre sigle hanno dunque predisposto un documento di richieste che intendono sottoporre alle istituzioni regionali, alle quali chiedono risposte sull’argomento.
Le richieste dei sindacati
Il documento è stato presentato alle forze politiche e alla stampa questa mattina nella sala Rossa di palazzo dei Normanni dalle responsabili di Cgil, Cisl e Uil regionali per le politiche di genere Elvira Morana, Rosanna Laplaca e Vilma Costa. Nel corso del vertice, è stato fatto il punto sulla situazione attuale prima di lanciare le richieste a partire da quella di un’Agenda per la parità di genere, sulla cui base vincolare le scelte di bilancio e la pianificazione dei fondi del Pnrr e le altre risorse europee.
Il bilancio di genere
Il dato dice che meno del 29% delle donne hanno un lavoro. “Cgil, Cisl e Uil – dice Elvira Morana – chiedono una attenzione verso le risorse del Pnrr per aumentare l’occupazione femminile. Una strategia regionale rispetto ai servizi, il tema della salute e della violenza di genere. Serve promuovere con una programmazione mirata, come il bilancio di genere”.
Superare il divario di genere
“Per le donne – dice Vilma Maria Costa – è fondamentale superare il divario di genere. Si deve migliorare la conciliazione vita-lavoro per le donne. Il 33% rinuncia al lavoro dopo la nascita del primo figlio, un fatto impensabile. Chiediamo una agenda di genere per non avere più politiche frammentarie, l’agenda fa un focus tra parità e inclusione”.
Il tema della transizione ecologica e digitale
“Vogliamo sensibilizzare la politica – dice Rosanna Laplaca -, per favorire l’occupazione delle donne e dei giovani. Il lavoro femminile è l’elemento essenziale per far sì che l’economia siciliana possa riprendersi non solo dopo l’emergenza sanitaria”. Sul tema della transizione ecologica e digitale Rosalla Laplaca ritiene che “si devono creare le condizioni necessarie per favorire l’occupazione delle donne in quelli che saranno i posti di lavoro del futuro”.
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