Spazzati i vecchi vertici c’è stato subito chi ha preso le redini in mano portando avanti il traffico di droga e avendo sempre un “pensiero” per i carcerati. A loro infatti spettava “un euro a grammo”. Non era cambiato nulla nella zona del Bagherese nonostante gli arresti nel settembre del 2021 dei vecchi capi dell’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti. E’ quello che hanno potuto appurare gli inquirenti nel dare vita al blitz di oggi sfociato nell’operazione “Persefone 2”. Altri 17 arrestati, più altri 4 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

La rigenerazione

Ciò che sicuramente lascia spiazzati è la capacità con cui la criminalità dell’hinterland Bagherese è riuscita a rigenerarsi. Nel nome del loro capo storico, Massimiliano Ficano, arrestato per l’appunto nella prima operazione di due anni fa.

Il perché dei prezzi

In un’intercettazione si sente uno degli arrestati, Giuseppe Di Gregorio, stabilire senza se e senza ma i prezzi dello stupefacente da vendere. “Una cosa, vi ho sentito parlare di questi discorsi qua, come prezzo di questa… Non gliela puoi portare più a 50… A 50 non gliela puoi dare”. Con i suoi più stretti collaboratori Di Gregorio fissava le tariffe. E spiegava anche il perché: “Io devo garantire a loro…”. Secondo gli inquirenti questi “loro” era appunto i carcerati a cui spettava una quota della vendita della droga.

Un nuovo colpo

Si tratta di un nuovo colpo alla piazza di spaccio di Bagheria, comune alle porte di Palermo dove la droga arrivava dal capoluogo e veniva gestita dal clan locale. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo hanno eseguito l’ordinanza firmata dal gip. Le richieste avanzate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Le accuse

Per tutti a vario titolo l’accusa è associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e al traffico di droga, aggravati dal metodo mafioso. L’operazione di questa notte è la prosecuzione del blitz “Persefone” del settembre 2021 che ha già colpito il clan di Bagheria. Infatti questa operazione è stata denominata “Persefone 2”. Arrestato un intero nucleo familiare composto da marito moglie e due figli, un terzo figlio in manette già nella prima operazione. L’indagine avviata dai carabinieri nel 2019, coordinata Dda di Palermo, avrebbe consentito di confermare che l’attività di spaccio della droga è gestita da “cosa nostra” bagherese. Questo anche grazie ai canali di approvvigionamento dai mandamenti cittadini di Brancaccio e Porta Nuova.

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