Palermo capitale del lavoro nero con il picco di irregolari che si raggiunge nei mesi estivi, con i lavori stagionali, precari, sottopagati, svolti spesso nell’ombra di locali, spiagge, ristoranti e camere d’albergo, nei campi per la raccolta della frutta, nei cantieri edili. Tre i settori più colpiti: lavoratori che garantiscono le vacanze ai turisti, quelli che raccolgono l’uva nelle vendemmie e quelli che operano nei cantieri privati dei centri storici. Lo denuncia la Cgil, che da Mondello ha lanciato la campagna “Lavoro? Mai più nero”.
“Nei mesi estivi a Palermo assistiamo a una vera e propria esplosione di lavoro nero. Registriamo percentuali molto preoccupanti soprattutto nei settori del terziario, dell’edilizia e dell’agricoltura – denuncia Calogero Guzzetta, segretario Cgil Palermo – Nella provincia di Palermo, i dati Istat confrontati, con quelli del nostro ufficio vertenze, indicano una media del 33,7 per cento di lavoro nero, a fronte di un dato siciliano che si attesta al 26 per cento e di un dato nazionale poco inferiore del 19 per cento. I settori più colpiti dal lavoro nero sono tre. Il terziario, con un picco del 37,5 per cento, superiore al dato siciliano. In agricoltura il dato raggiunge il 37,6 per cento, in linea col dato regionale. E in edilizia è a quota 26 per cento, al di sopra del dato siciliano”.
“Il lavoro nero è sempre più un’emergenza – aggiunge Guzzetta – ed è acuito anche da una scarsa sensibilità delle istituzioni rispetto ai controlli. Basti pensare che l’ufficio provinciale del lavoro di Palermo ha solo 4 ispettori per più di 79 mila imprese censite nel palermitano. Significa che ogni ispettore dovrebbe controllare 18 mila e 800 imprese. Basta fare un calcolo matematico: anche se un ispettore lavorassero 365 giorni all’anno, impiegherebbero più di 51 anni per fare un controllo in ogni singola azienda. Quindi c’è un problema serio dei controlli e di sensibilità rispetto al tema del lavoro nero. Per questo chiediamo di rimettere al centro dell’iniziativa politica una condizione che restituisca non solo ai lavoratori ma all’intera economica siciliana la propria dignità”.
Se a Palermo gli ispettori dell’ufficio del lavoro sono solo 4, pari al 4,2 per cento dell’organico regionale, a Catania ne operano 30 e a Caltanissetta 20. In totale a Palermo, tra nucleo ispettivo dei carabinieri e nuclei Inps Inail e Upl, operano 50 ispettori. “Chiediamo da anni – dice la Cgil Palermo – di intensificare i controlli per sconfiggere la piaga del lavoro nero e ribadiamo oggi con le nostre categorie questa richiesta”. La tappa a Mondello si inserisce nell’ambito della campagna nazionale della Filcams “Backstage, il lavoro che non si vede vale”, dedicata ai lavoratori del turismo.
“Abbiamo girato per la spiaggia e nei locali per informare i lavoratori, dai bagnini ai fattorini dei bar, su diritti e tutele e per sensibilizzare cittadini e turisti rispetto al lavoro degli operatori che rendono possibile le vacanze ma non vedono rispettato il lavoro che fanno – dice il segretario generale della Filcams Cgil Palermo Monja Caiolo – Molto spesso sono lavoratori precari e altrettanto spesso in nero. Se consideriamo che a Palermo negli ultimi due anni sono state aperte 700 nuove attività, tra ristoranti, pub e bar, e in questi due anni è aumentata l’incidenza del lavoro nero, vuol dire che le aziende quando aprono decidono di non applicare i contratti di lavoro. Siamo qui per questo”.
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