• Il Comune contro la scelta della Regione sull’edificio di Punta Priola
  • L’assessore comunale Giusto Catania “L’edificio abusivo va abbattuto!”
  • “Bisogna revocare la concessione. Scelta della Regione è una ferita alla bellezza della nostra costa”

L’assessore comunale all’Urbanistica, ambiente e mobilità Giusto Catania tuona contro la decisione della Regione di affidare l’edificio di Punta Priola ad una società di servizi di balneazione. E ribadisce con fermezza la volontà di abbattere l’immobile.

“L’edificio abusivo di Punta Priola va abbattuto! – scrive su Facebook – la scelta della Regione siciliana di affidarlo in concessione ad una società per farne uno stabilimento è una ferita alla bellezza della nostra costa, uno sfregio alla storia della città, un segnale inquietante”.

E continua: “Abbiamo scritto formalmente alla Regione: bisogna revocare la concessione ed abbattere l’immobile”.

La concessione della Regione

L’edificio che si trova all’Addaura è l’oggetto del contendere. Da un lato il Comune e le associazioni ambientalistiche sono intenzionati ad abbatterlo in quanto “abusivo ed ecomostro”. Dall’altro la Regione che ha dato l’immobile in concessione alla Sea management che potrebbe trasformarlo in uno stabilimento.

Catania “Non intendiamo arretrare”

“Non c’è dubbio che il fabbricato vada abbattuto: appare immotivata e pericolosa questa decisione della Regione siciliana che, in questo modo, attua un processo di regolarizzazione di un manufatto che deturpa un pezzo importante della costa palermitana – ribadisce l’assessore all’Ambiente e alla Pianificazione urbanistica Giusto Catania – non intendiamo arretrare su un punto qualificante della nostra azione di governo, che vuole valorizzare il patrimonio ambientale della nostra città”.

Anche le associazioni ambientaliste in rivolta

Una ventina di associazioni ambientaliste hanno affidato all’avvocato Carlo Pezzino Rao il compito di predisporre una denuncia. Tra queste vi sono Legambiente circolo sferracavallo a Italia Nostra, i comitati civici a Wwf che negli anni si sono battute per ripulire la zona e che chiedono di trasformare l’area interessata in una villa pubblica.
Per le associazioni “Sarebbe un meraviglioso giardino fruibile tutto l’anno”.

“Invece la Regione – continuano – preferisce privatizzarlo. Dopo tre pulizie organizzate negli anni, siamo riusciti a far firmare una convenzione tra il Comune e l’Agenzia dello Stato e il giardino ci sembrava cosa fatta. Ancor più dopo che l’Agenzia ha abbattuto due costruzioni sorte nello stesso periodo, mentre per un’altra è prevista la demolizione”.

Concludono: “Ma l’area data in concessione è ancora nelle disponibilità della Regione che non ha accolto la proposta di inserirla all’interno del progetto di giardino, previsto invece del piano di gestione del demanio marittimo approvato dal Consiglio comunale nel 2014. L’edificio assegnato secondo noi è abusivo perché stato costruito dopo il piano regolatore in una area che per di più ora è zona speciale di conservazione, cioè protetta da un regime comunitario”.