Opere per 30 milioni ferme, un Piano opere pubbliche che non decolla, lentezze burocratiche anche per assenza di dirigenti tecnici, disoccupazione che aumenta e massa salari che diminuisce, lavoro nero. I sindacati degli edili scrivono al sindaco Orlando mossi da profonda preoccupazione per l’andamento produttivo e occupazionale del settore dell’edilizia a Palermo e chiedono, al Comune e all’assessorato Infrastrutture, di superare la situazione di stallo che paralizza i cantieri. Feneal Filca e Fillea Palermo rilanciano anche la piattaforma rivendicativa, elaborata a febbraio scorso, con le misure di contrasto al lavoro nero e e irregolare e le clausole in difesa dei lavoratori svantaggiati.
L’Sos all’amministrazione parte dagli ultimi dati in evidenza della crisi in edilizia. “Nel settore delle opere pubbliche si registra un ulteriore calo delle ore lavorate e della massa salari, rispettivamente di circa due milioni di ore e di circa 4 milioni di euro in rapporto all’anno precedente – parte da qui la denuncia dei segretari generali di Feneal, Filca e Fillea Palermo Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Francesco Piastra – Sono dati impietosi: la massa salari nel settore pubblico in un anno ha segnato a Palermo un calo del 22 per cento: si è passati da 17 milioni 563 mila del 2017 a 13 milioni 813 mila del 2018. Nel settore privato il calo c’è sempre ma è più contenuto, del 10,82 per cento: la massa salariale passa da 3 milioni 545 a 2 milioni e 874”.
Dal confronto che i sindacati hanno avuto con l’assessorato alle Infrastrutture del Comune l’11 maggio scorso, è emerso un resoconto negativo sulla realizzazione del Piano annuale delle opere pubbliche. “Le opere previste dal piano stentano a tradursi in cantieri e in lavoro. Il patto per Palermo darà i suoi frutti solo nei prossimi anni, almeno per la realizzazione delle nuove linee del Tram e dei poli didattici. In ogni caso – aggiungono Baudo, D’Anca e Piastra – abbiamo constatato da parte del Comune una grave difficoltà nella realizzazione della progettazione e nella programmazione delle gare di appalto e della loro contrattualizzazione. E questo a causa della carenza di dirigenti tecnici del Comune. Gli appalti sopra soglia del Comune – opere che ammontano a circa trenta milioni di euro – che devono essere banditi dall’Urega, sono in una situazione di stallo. E c’è il concreto rischio che gli stanziamenti comunitari possano decadere. Tutto questo è intollerabile”.
Il risultato è da un lato la carenza di infrastrutture, dall’altro una drammatica situazione sociale. “Il calo delle ore di lavoro e della massa salari nel settore degli appalti pubblici e dei lavori privati in parte è determinato anche dal lavoro nero e dall’elusione contributiva e contrattuale. A tale riguardo – aggiungono i sindacati – siamo rammaricati del fatto che, pur avendo presentato una nostra proposta di contrasto al lavoro nero e alle irregolarità contributive e contrattuali, nonché sul tema della sicurezza, non ci sia stata data nessuna risposta”.
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