“Quando il presidente Giuseppe Conte mi ha telefonato per propormi la candidatura al Senato, gli ho chiesto del tempo per riflettere. Ho subito rivendicato la mia indipendenza”. L’ha detto Roberto Scarpinato presentando a Palermo la sua candidatura al Senato con il M5S.

“Tornare sul fronte e proseguire ciò che facevo da magistrato”

“Ho riflettuto, perché ero ben consapevole che accettare la proposta significava tornare sul fronte – ha aggiunto – e proseguire con altri mezzi ciò che facevo da magistrato”.

La risposta ad Antonio Ingroia

“Non credo di dovere replicare ad Antonio Ingroia, forse non sa un fatto: la prima persona che ho chiamato è stata proprio Nino Di Matteo, quando ho ricevuto la proposta della candidatura. E Di Matteo mi ha detto: devi accettare, io ho fiducia in te, vai avanti, credo che non ci sia altro da dire”. Lo ha detto Scarpinato rispondendo a Ingroia aveva criticato la scelta di Scarpinato, dicendo: “Ripensaci, Roberto”.

Di Paola: “Scarpinato stia accanto a noi”

“Uno dei nostri competitor è imputato nel processo Montante, mentre noi con la nostra freschezza stiamo facendo di tutto per governare. Se dovesse succedere che i siciliani ci daranno questa opportunità, io chiedo a Roberto Scarpinato, fin da oggi, l’impegno di stare accanto a noi”. Lo ha detto il candidato del M5s alla presidenza della Regione Siciliana, Nuccio Di Paola, presentando il candidato del movimento al Senato, l’ex Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato.

Le ragioni della candidatura

L’ex magistrato ha spiegato le ragioni della sua candidatura: “Ho accettato la candidatura con il M5S perché ho sentito il dovere di dare un contributo per difendere la nostra giovane e fragile democrazia dalla nefasta azione di poteri criminali che l’hanno messa in pericolo”.

M5S estraneo alla politica occulta

E ancora: “Ho scelto il M5 Stelle perché ha sempre lavorato alla luce del sole ed è estraneo al metodo di fare politica occulta: per questo è visto come una spina urticante dall’establishment. Al convegno di Comunione e Liberazione sono stati invitati tutti gli esponenti politici tranne uno. E’ stata invitata Giorgia Meloni che ha la fiamma fascista nel simbolo elettorale e non Giuseppe Conte che ha il rispetto della costituzione repubblicana al centro dell’azione politica”.

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