• Davide Faraone nella sua interrogazione chiede misure immediate per l’emergenza
  • A partire dalla sepoltura delle bare nell’area di Ciaculli, già destinata a cimitero
  • Faraone “Situazione allarmante anche dal punto di vista igienico-sanitaria”

Lunedì scorso il sopralluogo di Italia Viva al cimitero dei Rotoli di Palermo che ha dato il via al tour del partito nel capoluogo siciliano, 1000 bare accatastate senza sepoltura, un’emergenza che con l’estate diventa anche un problema di salute pubblica. Ieri l’interrogazione del presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone ai ministri dell’Interno e della Difesa, Lamorgese e Guerini.

Nell’atto parlamentare Faraone chiede l’adozione di misure immediate per far fronte all’emergenza a partire dalla sepoltura delle bare nell’area di Ciaculli, già destinata a cimitero.

Chiesta l’opportunità di mobilitare l’Esercito

Il presidente dei senatori di IV chiede di sapere se “i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della questione esposta e se non ritengano altresì opportuno adottare tutte le iniziative di competenza volte a mobilitare l’Esercito e a realizzare al più presto il cimitero a Ciaculli, al fine di garantire così una degna sepoltura alle bare non ancora tumulate”.

“Situazione allarmante anche dal punto di vista sanitario”

“La situazione – scrive Faraone nell’interrogazione – non risulta solamente irrispettosa nei confronti dei defunti e dei loro congiunti, che hanno evidentemente difficoltà ad omaggiare i propri parenti scomparsi, ma si rivela anche allarmante per quanto attiene al rispetto degli standard igienico-sanitari cui ogni cimitero ha l’obbligo di ottemperare”.

“Così, il cimitero è esposto ad un elevato rischio”

L’esponente di Italia Viva continua: “In questo senso, la vicenda acquisisce tratti di gravità ancora più preoccupanti se si considera il periodo pandemico attuale: aver ammassato insieme nello stesso luogo coperto quasi mille bare non ancora sepolte, visitate quotidianamente dai parenti dei defunti, espone il cimitero ad un elevato rischio sanitario derivante dall’eventuale mancata osservanza delle norme igienico-sanitarie in materia, suscettibile di mettere a repentaglio il già precario equilibrio raggiunto dal sistema sanitario locale nel contrasto alla pandemia e nella corretta prosecuzione della campagna vaccinale”.