“Il nostro è un sistema sanitario lontano dagli anziani. Le modalità operative escludono di fatto dall’erogazione delle prestazioni le fasce sempre più deboli. E la pandemia di questi mesi ha evidenziato tutte le criticità, acuendo le contraddizioni”.

CNA Pensionati Sicilia ha elaborato un documento, destinato alle Istituzioni Politiche. In ambito regionale è stato illustrato al Vicepresidente, Gaetano Armao, intervenuto in videoconferenza, alla presenza del segretario regionale della Confederazione, Piero Giglione, e del presidente nazionale dei Pensionati, Filippo D’Andrea.

“Non possiamo nascondere la grande preoccupazione che stanno vivendo le persone della terza età – hanno detto i vertici siciliani di CNA Pensionati – nelle fasce tra 65 e79 anni il rischio di disuguaglianze sociali e sanitarie è aumentato causando un aumento della mortalità. In Sicilia oltre il 50% dei pensionati percepisce meno di 1000 euro lordi al mese, soprattutto quelli del settore dei lavoratori autonomi. Questa fragilità economica – hanno sottolineato il presidente Francesco Roccella e il segretario Mario Filippello – non consente di ricorrere alle cure dei privati, con la conseguenza che, dovendo attendere tempi di attesa lunghi per usufruire delle prestazioni del servizio pubblico, mettono a rischio la propria esistenza. I numeri infatti sono impietosi: oltre ai quasi quarantamila deceduti per Coronavirus, occorre aggiungere le vite umane perse per mancanza di cure adeguate e tempestive determinate dalle emergenze sanitarie prodotte dal virus e dalle inefficienze croniche del sistema. Pertanto come CNA Pensionati Sicilia riteniamo urgente – hanno evidenziato Roccella e Filippello – avviare una battaglia unitaria per ottenere dalla Regione, ma anche dallo Stato, alcune misure indispensabili per la sopravvivenza di migliaia di anziani”.

Ecco le principali rivendicazioni: Aumento fino a mille euro mensili di tutte le pensioni minime; Estensione della No Tax Area; Estensione a tutti della quattordicesima con adeguato aumento; modifica dell’indice dei prezzi per gli scatti periodici delle pensioni. Mentre rispetto al diritto alla salute, tenuto conto della forte pressione a cui sono sottoposte le strutture pubbliche per via della pandemia, i pensionati invocano: la messa in atto di misure che forniscano le prestazioni in forma privata, (con operatori pubblici e privati, intra moenia ed extra moenia) pagando solo il ticket attraverso l’intervento della Regione con i suoi Fondi per il cofinanziamento, l’abbattimento dei ticket e l’aumento del numero delle patologie che consentano le esenzioni, e il rilancio della medicina territoriale come prima risposta per le visite, le cure e le terapie e nuovi modelli assistenziali nel territorio che creino sistemi di presa in carico e di assistenza con al centro il paziente, prevedendo la presenza nel territorio di team sanitari chiamati ad offrire interventi calibrati alla necessità: telefonate, visite specialistiche e non, somministrazione a domicilio di farmaci, analisi, varie prevenendo eventi gravi ed evitando ospedalizzazioni.

“Gli anziani hanno già pagato un contributo altissimo in termini di mortalità – avvertono – non possono più subire l’azzeramento dei servizi di assistenza sanitaria territoriale oltre alla limitazione agli accessi agli ospedali. Cambiare quindi il modello assistenziale basandosi sulla prevenzione e l’identificazione precoce delle cronicità con l’aiuto delle tecnologie digitali. Ciò richiede l’educazione all’impiego delle nuove tecnologie del pensionato per attivare una nuova modalità di assistenza, si tratta di diffondere e sviluppare anche le esperienze di convivenza tra giovani studenti e anziani già sperimentate da noi, CNA Pensionati Sicilia, e Fondazione Mondo Digitale, negli anni passati, affinché i giovani istruiscano gli anziani sull’uso dei mezzi di comunicazione per migliorare l’assistenza sanitaria nei territori. Il proliferare delle case di riposo per anziani, in molti casi non adeguate sia strutturalmente che dal punto di vista sanitario, richiede un intervento immediato e risolutivo per garantire una vita dignitosa e adeguatamente assistita a coloro che per l’età e la situazione familiare scelgono di servirsene intervenendo anche ad integrare le somme necessarie per tutti coloro che, non disponendo di una adeguata pensione, non possono trovare ospitalità. È certo che la pandemia COVID 19 condizionerà ancora per mesi o anni i nostri stili di vita, a partire dal distanziamento sociale, ma proprio per ciò le istituzioni, a tutti livelli, devono farsi carico di evitare un ulteriore aumento del distanziamento sociale dei fragili. Occorre invertire il paradigma che gli anziani sono un costo e affermare con forza che il mondo degli anziani è soprattutto risorsa sociale imprescindibile di ogni paese, soprattutto in Italia, non solo per il loro apporto di saggezza ed esperienza ma anche per il ruolo che assolvono come ammortizzatori sociali delle famiglie e risorsa economica importante per la Silver Economy e per i consumi. In Sicilia si deve fare fronte comune – concludono Roccella e Filippello – affinché siano messe in campo da tutte le Istituzioni, a partire dal Governo e dal Parlamento siciliano, interventi urgenti ed incisivi, con risorse adeguate, a difendere e sostenere le fasce sociali più deboli”.

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