Il consiglio direttivo dell’Ente bilaterale territoriale del Terziario di Palermo, costituito da Confcommercio Palermo, Filcams Cgil Palermo, Fisascat Cisl Palermo e Trapani e Uiltucs Sicilia, destinerà un contributo solidaristico di 20.000 euro (suddiviso in 100 contributi da 200 euro ciascuno) in favore dei dipendenti delle aziende che stanno subendo i contraccolpi della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria.

Il contributo sarà destinato al personale delle aziende iscritte all’Ente bilaterale che hanno già avuto accesso alle diverse forme di integrazione salariale o alla cassa integrazione.

Le domande andranno presentate entro il 15 dicembre alla mail segreteria@ebpt.it. E’ già stato predisposto un regolamento per individuare i criteri di ammissibilità al contributo una tantum.

“In un momento difficile quanto mai – afferma Mimma Calabrò, vicepresidente dell’Ente – abbiamo pensato di dare anche noi un piccolo aiuto ai lavoratori del commercio che al fianco degli imprenditori sono spesso in prima linea per garantire la regolare fruizione di beni e servizi per la collettività”.

Nei giorni scorsi la Fipe Confcommercio aveva lanciato l’allarme sulla situazione dei ristoratori al passaggio della Sicilia in zona gialla.

La Sicilia in zona gialla, insomma, non fa gioire i ristoratori siciliani, che tra mille difficoltà devono con fatica ripartire per l’ennesima volta e con tante incertezze provocate da una politica che non manda linee direttive chiare e precise.

“Dobbiamo attendere il comitato tecnico scientifico, siamo schiavi della lentezza burocratica che contraddistingue, dal primo momento della crisi COVID-19, il modus operandi della politica sia regionale che nazionale – lamenta Giovanni Trimboli, presidente provinciale dei ristoratori FIPE Confcommercio -. Le incertezze sui provvedimenti che dovremo adottare per le festività, pranzo di Natale si, cenone no, non ci consentono di fare alcuna programmazione. Questo è l’ennesimo teatrino che la politica ha messo in atto per il mese di Dicembre”.

Prepararsi alla riapertura richiede tempo, organizzazione. Inoltre, fanno notare i ristoratori, le stesse regole non possono valere per ristoranti e bar. Attività che svolgono i loro servizi in modo molto differente