La Cassazione annulla con rinvio la sentenza di primo grado e introduce importanti principi in materia di espulsione dello straniero. La vicenda nasce da un’istanza di permesso di soggiorno presentata circa due anni fa da un cittadino straniero per motivi di lavoro. Quest’ultima è stata rigettata, per mancanza di requisiti economici, con conseguente decreto di espulsione, successivamente impugnato davanti al Giudice di Pace che ha confermato il decreto.

Da qui il ricorso in cassazione seguito dall’Avvocato Nadia Spallitta, che ha rappresentato la presenza di legami familiari e di un minore, chiedendo l’applicazione della Convenzione dell’Unione Europea sui Diritti dell’Uomo. La Corte, nell’accogliere i motivi, ha confermato un recentissimo orientamento, in virtù del quale si applica la tutela rafforzata dell’articolo 13 del dl 286/98, prevista in materia di diritto al ricongiungimento familiare anche ai casi in cui lo straniero non abbia formalmente chiesto il ricongiungimento familiare, tutte le volte in cui questi legami familiari e la presenza di un minore sussistano.

Pertanto il Giudice, indipendentemente dalla natura del permesso richiesto, ha l’obbligo di valutare l’effettività dei vincoli familiari, in linea con la nozione di diritto all’unità familiare prevista dall’articolo 8 della Cedu (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo). Si tratta di un’ordinanza importante che tutela i legami familiari e che impone al Giudice un’analisi della situazione concreta, in modo da evitare la compromissione della relazione affettiva con il minore, salvaguardandone i diritti.

La Cassazione ha anche esteso i principi sanciti della Corte Costituzionale (in materia di ricongiungimento familiare), in virtù dei quali in occasione del rilascio del permesso di soggiorno devono valutarsi le gravi conseguenze che da un distacco dal nucleo familiare si possano determinare per i minori. Infine la Cassazione ha anche introdotto il tema della distanza. L’esecuzione di un provvedimento di espulsione accresce la difficoltà che la distanza con il Paese d’origine determina rispetto al mantenimento di una relazione affettiva col figlio, per cui il Giudice di merito deve valutare adeguatamente anche questo elemento, prima di decidere per l’espulsione.

“Questo risultato – afferma l’avvocato Nadia Spallitta – conferma un’apertura rispetto all’operatività dei principi legati al ricongiungimento familiare anche agli altri casi di istanza di permesso di soggiorno e riconosce quindi l’universalità del diritto alla famiglia e dei diritti del minore”.