Condannati anche in appello per estorsione ad un architetto che stava ristrutturando un immobile alla Vucciria di Palermo. Confermate le pene, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, per Riccardo Meli e Orazio Di Maria dalla quarta sezione penale. I due furono arrestati nel 2021 perché avrebbe cercato di imporre il pizzo ad un giovane impegnato in un lavoro privato al mercato storico. Il libero professionista non ebbe esitazione e denunciò tutto alla guardia di finanza. Gli inquirenti beccarono uno dei due in flagranza mentre riceveva la mazzetta, consegnata in accordo con gli investigatori per attirare nella trappola l’estortore.

L’operazione

L’arresto per i due arrivò nel 2021 e fu eseguito dalla guardia di finanza. Prima le manette scattarono in flagranza di reato per Riccardo Meli, 33 anni. Venne bloccato dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo mentre riceveva 300 euro a titolo di “messa a posto”. Qualche giorno dopo stessa sorte per Orazio di Maria, 39 anni, che venne accusato di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dell’architetto.

Cosa emerge dalle indagini

Sulla base di quanto emerso nel corso delle indagini, la vittima aveva da poco avviato lavori di ristrutturazione. Venne “avvicinata” dai due indagati che avanzarono richieste estorsive sempre più esplicite. Grazie alla coraggiosa denuncia presentata dall’imprenditore, costantemente supportato da un’associazione antiracket, in pochi giorni gli investigatori riuscirono a chiudere il cerchio. Lo sviluppo delle indagini ha consentito di far emergere ipotesi di responsabilità nei confronti di Orazio Di Maria che è risultato colui che ha “presentato” la vittima a Meli.

Storia non a lieto fine

Purtroppo non ci fu il lieto fine della storia. Anzi. L’imprenditore che denunciò alla guardia di finanza si è visto revocare l’appalto dalla proprietà. Le due proprietarie dell’immobile che stava ristrutturando alla Vucciria gli revocarono infatti l’appalto. Per fortuna in questa città c’è chi non ha paura. Un altro proprietario di una palazzina alla Vucciria lo chiamò e gli propose un nuovo lavoro.