“Occorre tutelare i lavoratori e per farlo è necessario un intervento normativo che contempli l’ipotesi peggiore, quella che in Corte Costituzionala la legge regionale che riguarda i Pip possa essere cassata”.

Lo ha detto il segretario generale della Fisascat Sicilia, Mimma Calabrò, intervenendo oggi al tavolo convocato dall’assessorato regionale alla famiglia per affrontare proprio i passaggi necessari per il transito dei precari ex Pip nella Resais.

La Finanziaria regionale, infatti, prevede il passaggio di questo personale nella società regionale per la stabilizzazione ma Roma ha impugnato la norma. Il governo ha deciso di resistere di fronte alla Corte Costituzionale e dunque, nelle more di un pronunciamento che non si annuncia rapido, la legge è in vigore e si sta procedendo per farsi trovare pronti al 31 dicembre, termine stabilito proprio dalla legge.

La Regione ha comunicato oggi alle parti sociali che sta procedendo alla predisposizione delle piattaforme di pagamento e alla trasmissione degli elenchi alla Resais.

“E’ necessario un confronto con il vertice Resais – sottolinea Calabrò – per affrontare i temi contrattuali” C’è, inoltre, una possibilità di risparmio per la Regione legata al fatto che gli assegni di famiglia a questi lavoratori, una volta stabilizzati, passino a carico dell’Inps come dice la legge mentre attualmente vengono pagati dalla Regione

C’è, però, un vulnus creato dai provvedimeti del precedente governo e che la burocrazia non sembra aver superato. Dagli elenchi sono stati esclusi lavoratori con precedenti penali dimenticando che una parte degli ex Pip sono tali perchè entrati in progetti di reinserimento per ex detenuti.

“E’ necessario analizzare le singole posizioni – dice Mimma Calabrò – per evitare che si ripetano impasse avvenute nel passato. La Regione ci ha assicurato che gli elenchi sono solo provvisori e si entrerà nel merito delle singole posizioni nella consapevolezza che i reati non sono tutti uguali e solo una minima potrebbero generare incompatibilità con la pubblica amministrazione”.

Ma ci sono temi ancora più complessi che riguardano la totalità dei lavoratori “Domani siamo stati convocati in commissione bilancio all’Ars – dice ancora Calabrò – e in quella sede chiederemo un intervento normativo per evitare che questi lavoratori possano essere definitivamente beffati. Il rischio, infatti, è che se la norma fosse dichiarata incostituzionale i Pip si trovino senza stabilizzazione e senza rinnovo dopo il 31 dicembre. Per evitarlo bisogna prevedere una norma che stabilisca proprio il rinnovo dei contratti quantomeno alle medesime condizioni attuali  in caso di stop al percorso di stabilizzazione attraverso la Resais”.

“Non si può chiedere ai lavoratori di fare un salto nel buio – conclude Calabrò – optando per questa o quella soluzione – dopo 18 anni di precariato queste persone hanno diritto ad aver riconosciuta la loro dignità di lavoratori ed ottenere garanzie occupazionali”.

Infine dalla regione è arrivata una rassicurazione per l’immediato “In sede di assestamento di bilancio – racconta, infine, Calabrò – saranno inserite le somme necessarie a coprire le spettanze di questi lavoratori intanto fino al 31 dicembre di quest’anno”