La morte di Cinzia Pennino ha lasciato in tantissimi un forte dolore e molta rabbia. L’insegnante era conosciuta da tantissimi che apprezzavano la sua dedizione, la voglia di vivere che era legata alla convinzione che occorreva fare del bene per quanti sono più svantaggiati.

La sua morte strappata e incomprensibile, si stabilirà se sia o meno legata alla vaccinazione con AstraZeneca, ha lasciato tanto dolore all’Istituto Don Bosco Ranchibile di Palermo.

Il suo ricovero improvviso con una grave trombosi al Policlinico del capoluogo, dopo aver fatto il vaccino, aveva lasciato tutti sgomenti. Immediatamente l’istituto si è stretto alla famiglia. Sono stati organizzati incontri di preghiera ma ieri purtroppo le condizioni di Cinzia Pennino, 46 anni, si sono aggravate fino al decesso.

Ieri l’azienda sanitaria universitaria ha segnalato quanto accaduto all’Agenzia italiana del Farmaco e all’autorità giudiziaria. L’insegnante si era vaccinata con AstraZeneca undici giorni fa e, dopo aver avvertito un malore, era stata portata all’ospedale cittadino “Buccheri La Ferla”: da qui è stata trasferita al Policlinico “Paolo Giaccone” a causa del peggiorare dei sintomi.

La vicenda è stata ricostruita dalla stessa direzione della struttura sanitaria: “La paziente è giunta al Policlinico il 24 marzo scorso proveniente dall’ospedale Buccheri La Ferla – si legge in una nota – in condizioni molto critiche con trombosi profonda estesa e una storia anamnestica nella quale è presente anche una somministrazione vaccinale. Trasferita in terapia intensiva in disfunzione multiorgano nonostante i trattamenti avanzati e le cure prestate dai sanitari la paziente è deceduta”.

In lutto l’Istituto salesiano Don Bosco dove la professoressa Pennino insegnava Scienze. “Era bella persona – dice commosso il preside Nicola Filippone – dedita ai suoi ragazzi. Nei quattro anni che è stata con noi si è fatta apprezzare da tutti i colleghi ma soprattutto era entrata nel cuore dei ragazzi. Ci mancherà, sarà difficile riprendere senza di lei”

. Impegnata nel volontariato, Cinzia aveva viaggiato tanto, era stata in Africa per aiutare i bambini nei villaggi del Senegal ed era molto attiva al centro di Santa Chiara, nel quartiere popolare di Ballarò, occupandosi delle famiglie di migranti accolte nella comunità. Gli amici dell’associazione Don Bosco 2000, con cui collaborava, la ricordano con tanto affetto.

“Cinzia Pennino in pochi giorni è passata d’improvviso dalla vita terrena a quella celeste – scrivono su Facebook -. Nella vita terrena è stata sempre solare, attaccata alla sua famiglia, al lavoro. Nel volontariato era impegnata con i poveri a Santa Chiara, da anni è volontaria del Vis (il volontariato internazionale per lo sviluppo, ndr), con noi di Don Bosco 2000 ogni anno ci ha accompagnato in Africa nei villaggi poverissimi del Senegal, contribuendo anche come benefattrice alla nostra missione di Velingara. Era una caterpillar Cinzia Pennino. Era solare, sempre con la battuta pronta, impossibile non volerle bene. Non si fermava mai, non si stancava mai di diffondere gioia e amore in qualsiasi posto andava”.

Ma sono piene di dediche tantissime bacheche sui social, il cui contenuto può essere riassunto nel messaggio postato dall’Istituto Don Bosco. “Mancano le parole. Il dolore è immenso. Grazie Cinzia, per tutto quello che ci hai donato. Grazie per il dono che sei stata per ciascuno di noi. Grazie Cinzia, sorriso di Dio”.

Il caso di Cinzia Pennino incute paura anche perché è molto simile a quello di una docente di Messina in coma profondo a causa di una trombosi dopo aver ricevuto il vaccino di AstraZeneca. La professoressa di 55 anni, che insegna musica in una scuola media del centro, è monitorata alla rianimazione neurochirurgica del Policlinico messinese ma dopo un lieve miglioramento «il quadro clinico è peggiorato – ha comunicato l’avvocato della famiglia, Daniela Agnello -. La signora fino alla somministrazione del vaccino AstraZeneca era in ottime condizioni di salute, non presentava patologie né altri sintomi». L’insegnante aveva ricevuto la prima dose l’11 marzo accusando da subito febbre alta e un forte mal di testa. Ricoverata d’urgenza è stata sottoposta alla tac che ha evidenziato una trombosi alla vena cava inferiore, alla vena porta e giugulare, all’encefalo e un’embolia polmonare. I familiari, che nelle prossime ore depositeranno un esposto in Procura, hanno confermato che la donna non soffriva di patologie pregresse, non era allergica e che abitualmente non prendeva medicinali.

Almeno tre Procure siciliane stanno indagando su alcune morti sospette che si sono verificate in seguito alla somministrazione di AstraZeneca. A Gela sono state sequestrate le cartelle cliniche di una docente di 37 anni, Lia Guzzo – anche lei senza malattie pregresse – colpita da trombosi ed emorragia al cervello, di cui è stata dichiarata la morte cerebrale, che si era sottoposta alla vaccinazione con AstraZeneca. A Catania l’inchiesta riguarda Stefano Paternò, il sottoufficiale di 43 anni deceduto una settimana fa nella sua abitazione di Misterbianco, sedici ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino prodotto dall’Università di Oxford mentre la Procura di Messina vuole capire di più sulla morte per trombosi di Davide Villa, il poliziotto deceduto il 7 marzo, dodici giorni dopo essersi vaccinato anche lui con AstraZeneca.

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