“Il collegio dei probiviri ha disposto la sospensione in via cautelare dell’iscritto Fabrizio La Gaipa, visti gli articoli 4 e 5 del regolamento del Movimento  5 Stelle”. Lo rendono noto i probiviri Nunzia Catalfo, Riccardo
Fraccaro e Paola Carinelli.

Sulla vicenda, dopo più di mezza giornata di assoluto silenzio adesso arriva un post sulla pagina facebook ufficiale del Movimento 5 stelle: “L’arresto di La Gaipa è un fatto molto grave – scrivono – che riguarda la sua persona e la sua impresa, ma non essendo stato eletto non è un rappresentante del MoVimento 5 Stelle. Durante il periodo della campagna elettorale e fino a ieri nulla risultava a suo carico”.

Per il Movimento essendo incensurato la vicenda non poteva essere prevista” a segnalazione ricevuta sul suo conto prima delle elezioni non ha trovato riscontro nel certificato 335 né negli altri documenti che ha prodotto e fornito su nostra richiesta. Durante le elezioni e fino a ieri sul suo conto non risultava assolutamente nulla”.

“In ogni caso, anche in questo frangente – aggiungono – il Movimento si dimostra completamente diverso dagli altri partiti perchè “La Gaipa non è stato eletto con il MoVimento 5 Stelle, non è un portavoce e quindi non rappresenta il MoVimento; La Gaipa ha ricevuto immediatamente una sospensione cautelare dai probiviri ed è quindi fuori dal Movimento. Negli altri partiti, invece, gli arrestati determinano la maggioranza all’Ars; il MoVimento 5 stelle è l’unica forza politica ad avere un codice etico che, se fosse applicato anche dai vecchi partiti, renderebbe l’Italia un paese migliore”.

“Non possiamo escludere al cento per cento – continua il post – che si avvicinino a noi delle mele marce ma, grazie alle nostre regole, possiamo garantire al cento per cento che queste persone non inquinino la prima forza politica del paese”.

Ma sull’arresto di La Gaipa, continua ad abbattersi una bufera di polemiche:

“#Sicilia Un certo La Gaipa, uno dei candidati del Movimento 5 stelle alle scorse regionali, è stato arrestato dalla squadra mobile di Agrigento con l’accusa di estorsione. Com’era la storia degli impresentabili? Che dicono Di Maio, Di Battista e Cancelleri? Onestà-tà-tà-tà-tà-tà”. Ha su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

Rimane garantista Lorenzo Cesa segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa: “Un arresto nel M5S in Sicilia: un candidato alle regionali e’ finito in manette per estorsione. A differenza dei grillini noi siamo garantisti sempre, abbiamo fiducia nella magistratura e non usiamo due pesi e due misure. Come mai ora Di Maio sta in silenzio?!”: “Siamo contrari alle speculazioni mediatiche e politiche. Mi auguro che quanto è accaduto nelle ultime settimane serva da lezione a Di Maio e compagni: i processi non si fanno ne’ in piazza ne’ nei Social ma nelle aule dei tribunali della giustizia nei confronti della quale bisogna avere grande rispetto!”.

 “Come era la storia degli impresentabili che avrebbero inquinato il consenso ai candidati presidenti?” Se lo chiede il senatore Francesco Scoma, vice commissario di Forza Italia  in Sicilia.

“Adesso – prosegue Scoma – cosa faranno il livoroso Cancelleri e gli altri due amici di campagna denigratoria? Urleranno ancora che ‘sono sotto attacco?’  si toglieranno i voti “sporchi” e lasceranno il secondo seggio ad Agrigento, se risultasse che questi voti siano stati decisivi? Questo è l’ennesimo ‘inciampo’ dei grillini che farebbero bene a non essere sguaiati ad accusare il mondo e ad avere rispetto per gli avversari politici che non sono dei ‘nemici’ da fucilare, e ringrazino anche la magistratura agrigentina – conclude Scoma – che non ha operato l’azione giudiziaria sotto elezioni per non strumentalizzare politicamente la campagna elettorale”.