“La pubblicazione dei verbali del Csm è stato il modo migliore di tener viva l’eredità morale di Giovanni Falcone”. L’ex ministro della Giustizia, Claudio Martelli, sostiene che così la verità sulla figura e sull’opera del giudice “più apprezzato nel mondo e più contestato in Italia” può essere letta senza mediatori e senza strani interpreti. Martelli è intervenuto a Palermo a un incontro organizzato dall’associazione “Idea e Azione” e moderato dal giornalista Felice Cavallaro, al quale è intervenuto anche Alfonso Giordano, che fu presidente del maxiprocesso a Cosa nostra. La verità raccontata in quelle carte è, secondo Martelli, quella di “un giudice tanto avversato in vita da quelle stesse persone, tra cui molti suoi colleghi, che dopo morto lo hanno raffigurato come un’immaginetta”.

“Hanno descritto il Falcone ‘buono’. Lo era. Ma era soprattutto un uomo di grande pazienza, competenza e straordinaria probità morale che gli faceva rifiutare gli aiuti impropri alle indagini offerti da pentiti disposti a dire quello che lui si aspettava per ottenere in cambio qualche beneficio”. E veniva attaccato, ha aggiunto Martelli, quando questo non corrispondeva alla convinzione politica di qualcuno. L’ex ministro ha citato soprattutto il sindaco Leoluca Orlando tra i critici di Falcone.

Altre critiche Martelli ha rivolto a chi, richiamandosi all’eredità di Falcone, ha promosso il processo sulla “trattativa” che non ci fu. Ci fu invece una revoca di 41 bis (carcere duro) per mandare una segnale e far cessare le stragi. “E fu un errore – ha concluso – perché chi pecora si fa il lupo se lo mangia. Ma fu una scelta politica non un tavolo di trattativa. Riina l’interpretò come un cedimento e per dare un altro colpetto esportò le stragi in continente”.

“Giovanni Falcone aveva compreso bene quale fosse il vero carattere di Cosa nostra. Aveva intuito che fosse un’entità unitaria”. “Falcone e gli altri magistrati del pool – ha sottolineato Alfonso Giordano – avevano maturato l’idea che la mafia potesse essere colpita e disarticolata. E si è dimostrata un’idea fondata e convincente. Glielo abbiamo riconosciuto con gli atti e con la sentenza”.