Un Pd spaccato quello siciliano che si appresta a vivere le primarie il prossimo 16 dicembre. Sul campo due candidature quella di Teresa Piccione, dall’altra invece Davide Faraone, renziano della prima ora, che corre in tandem con Antonio Rubino, nel ruolo di vicesegretario, rappresentante dell’area dei Partigiani Dem.

Sempre in tema di lacerazioni  cinque province hanno consumato un vero e proprio strappo: a Caltanissetta, Catania, Agrigento e Trapani le direzioni hanno eletto le rispettive commissioni per svolgere i congressi locali. 

In questo contesto e a due settimane dalle primarie BlogSicilia ha intervistato Davide Faraone.

Partiamo appunto da questo Pd fortemente lacerato e dalle polemiche di queste ultime ore?

Non mi vedrete fare una dichiarazione stampa su queste polemiche, sui regolamenti. Io mi atterrò alle regole che ci saranno, non mi interessa la polemica.  Reputo le primarie una festa democratica  quanto più gente andrà a votare e quanto meno polemiche in vista del 16 si faranno meglio sarà. Tutto il resto è una polemica strumentale ed un modo per aumentare la disaffezione delle persone.

La tua candidatura l’hai presentata nel segno del cambiamento. Ma questo cambiamento non è stato in parte bruciato da quel che è accaduto sia sul piano regionale che nazionale?

“In Sicilia quello che è già stato è stato Crocetta ed io ho contrastato in tutti i modi quel Governo,  il mio rammarico  è non essere stato determinato nell’interrompere quell’esperienza.

Noi rappresentiamo un salto generazionale e l’innovazione di cui il partito ha bisogno dall’altra parte invece c’è tanto di conservazione. Noi siamo stati il partito del 41% e quello che ha toccato il 18%, abbiamo avuto il massimp ed il minimo consenso politico.
In questa esperienza congressuale non ci può essere un ragionamento su un  Renzi sì ed un no. Renzi non si sta candidando e non sta sostenendo ufficialmente nessuna candidatura. Io ricordo che non rinnego nulla e su quel profilo continuo a mantenere la mia impostazione, mettendoci la faccia. Sono comici  a mio avviso quelli che si candidavano nelle liste di Renzi e lo applaudivano e che ora vogliono costruire fortune politiche dicendo che Renzi è il Male.

La sua candidatura secondo Teresa Piccione ha spaccato il partito ed ha raccolto il favore di forze politiche esterne? 

Alle ultime elezioni nazionali  nelle liste in cui era candidata Teresa Piccione c’erano anche candidati di Sicilia Futura. Dove sta lo scandalo? Reputo positivo l’apporto di altre forze politiche. Ho rotto l’unità del partito? Ma quale unità mi avevano proposto? Mi avevano proposto di candidare un mio amico e di spartirci le ceneri del partito, mi avevano proposto un accordo di notabili. Questa unità non era utile a mio avviso al partito.

Come rigenerare un partito che ha sofferto e soffre?

Siamo terza forza politica, siamo la seconda opposizione e attualmente siamo un partito marginale e pur essendo l’unica alternativa ai Cinque Stelle e Lega per questo gli dobbiamo ridare dignità. Deve diventare la casa di tutti quelli che si oppongono ai razzismi ed ai populismi della Lega e a tutti quelli che si oppongono alla demagogia e all’assistenzialismo dei 5 Stelle: in noi devono trovare un riferimento e devono diventare nostri compagni di viaggio senza paura. Il partito non si deve chiudere in un recinto. Declinare questa ricetta  in Sicilia significa costruire un partito come un campo aperto pronto ad accogliere chi non è d’accordo con quei modelli politici di cui ho parlato prima.

Il Pd Sicilia con segretario Davide Faraone come interloquirà con il Governo Musumeci?

Noi abbiamo il ruolo di opposizione assegnato dagli elettori a livello regionale così come a livello nazionale. Su questo siamo stati coerenti e rimarremo coerenti. La nostra opposizione però sarà di quella di chi ambisce a ritornare a governare.