La gestione delle spiagge libere al tempo della pandemia è il tema di una lettera inviata da Legambiente Sicilia al Presidente della Regione, agli assessori regionali Territorio e all’Ambiente e alla Salute, al dirigente Generale del Dipartimento Regionale Ambiente, all’ANCI Sicilia e alla Commissione IV Ambiente dell’ARS. Nel testo viene sottolineato che le spiagge e le coste siciliane sono sempre più aggredite, dal mare con l’erosione e da terra con le continue e sempre più vaste concessioni demaniali, senza regole e senza i PUDM.

“Quasi tutte le concessioni sono ingannevolmente concesse per strutture al servizio della fruizione del mare, in realtà vengo realizzate strutture commerciali di tutt’altro tipo che entrano in illegittima concorrenza con chi offre gli stessi servizi nei luoghi deputati con costi nettamente superiori (affitti, norme sanitarie, suolo pubblico, ecc). La regione ricava da queste concessioni cifre irrisorie: 2 euro a mq, mentre per rifare un mq di spiaggia erosa ci vogliono circa 60 euro. L’emergenza Covid _19 e le necessarie misure restrittive rischiano di ridurre ancora di più le spiagge libere, che necessitano di regole per la fruizione in sicurezza e degli opportuni controlli” sottolinea l’associazione.

Legambiente Sicilia, quindi, chiede, oltre all’audizione alla Commissione Territorio e ambiente dell’ARS, :

1) la revoca del di Cordaro contenente la modifica alle Linee guida per la redazione dei PUDM che ha avuto l’effetto concreto di bloccare l’approvazione dei piani già adottati dai Comuni;

2) l’aggiornamento della disciplina delle attività balneari, vecchia di 10 anni, con criteri di contingentamento delle presenze e misure di tutela;

3) lo stop a nuove concessioni demaniali e l’individuazione di risorse economiche per sostenere le spiagge libere;

4) l’esame in tempi rapidissimi delle ordinanze dell’Assessorato al Territorio e Ambiente per le previsioni sui pericoli contenute nei PAI.