La nostra Redazione ha dato già conto delle truffe che circolano in questi giorni ad opera di vere e proprie organizzazioni criminali che, con il pretesto del dilagare del nuovo coronavirus in Italia, invitano i malcapitati destinatari a cliccare a link o ad accedere a vere e proprie piattaforme, con il solo scopo di carpirne i dati sensibili o, ancor peggio, di prosciugare le disponibilità di conto corrente o carte prepagate.

E’ ad esempio quanto successo a Forlì, dove una signora di 66 anni, credendo di accedere a un link del proprio Istituto di credito, ha in realtà disposto un bonifico bancario on line.

Altre truffe segnalate dalla Polizia postale riguardano email di fantomatici esperti virologi o dell’Organizzazione mondiale della sanità in Italia, che darebbero consigli su come prevenire il contagio e gestire l’eventuale infezione, invitando il destinatario di posta elettronica ad aprire un allegato che contiene, questo sì, un virus informatico (malware), appartenente alla famiglia “Ostap”, pronto appunto a carpire i dati sensibili dell’utente (tra cui le credenziali bancarie).

Dall’informativa del Ministero dell’Interno si apprende, altresì, di un’altra frode intercettata, consistente in email che invitano ad aprire un file zippato, contente prospetti Excel, a loro volta veicolo di trasmissione di un virus informatico di tipo RAT, denominato “Pallax”. Con un click, involontariamente, l’utente consentirà agli hacker informatici “di assumere totale controllo del dispositivo attaccato, in maniera invisibile”.

Altro file denominato “CoronaVirusSafetyMeasures.pdf”, è in circolazione sulla rete, con la capacità di “impossessarsi del dispositivo e trasformarlo in un computer “zombie”, usato da remoto per compiere altri attacchi informatici”.

E’ di queste ore, inoltre, la segnalazione di soggetti che si aggirerebbero per le case allo scopo di eseguire tamponi e/o accertamenti sanitari per verificare la positività al nuovo coronavirus. Naturalmente, qualora non si fosse attivata la procedura ufficiale per la segnalazione di un presunto contagio (chiamando innanzitutto al telefono il proprio medico di famiglia o pediatra in caso di sintomi influenzali e sospetto di contatto stretto e prolungato con un malato di Covid-19), nessun soggetto potrà mai recarsi a domicilio per effettuare tali accertamenti diagnostici.

L’invito resta quello di acquisire ogni genere di informazione dai siti istituzionali e accreditati e i sospetti circa azioni ad opera di eventuali malintenzionati vanno segnalati alle Autorità competenti allo scopo di evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze di veri e propri sciacalli pronti a cavalcare l’attuale emergenza sanitaria nazionale.

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