“Se fosse vero che il candidato Micari usa i database del rettore Micari per la sua campagna elettorale, saremmo di fronte a una penosa caduta di stile. L’ateneo di Palermo non è proprietà del rettore; usare l’anagrafe universitaria di docenti e studenti per far arrivare la sua letterina con annesso appello al voto non porterà a Micari un solo voto in più: solo molto imbarazzo, suo e dell’intero ateneo”.

Poi, parlando a Catania nel quartiere San Cristoforo attacca anche ilc andidato dic entrodestra “Da questo quartiere, dimenticato e umiliato dalle amministrazioni, dove vivono cittadini che hanno diritto a una vita almeno decente, vogliamo dire al candidato Musumeci che non basta invitare a non votare gli impresentabili. Bisognava dire non candidateli”.

“Il voto non deve essere più un fatto di obbedienza o un fatto proprietario di qualcuno – aggiunge – Cuffaro ha ricordato a Musumeci che le sue liste sono piene di suoi uomini mentre dall’altra parte il rettore Micari spedisce lettere a tutta la comunità dell’ateneo di Palermo forse utilizzando il database dell’amministrazione. Ecco, la verità è che c’è un solo voto utile: il voto libero. E la lista “Cento Passi” si sta dimostrando la vera alternativa di questa campagna elettorale”.