E’ stato fissato per il prossimo 10 settembre il giudizio immediato per Stefano Argentino reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella, la giovane universitaria di Misilmeri uccisa lo scorso 31 marzo a Messina.
“Ha agito per motivi abietti e futili”
La procura contesta le aggravanti dell’aver agito per motivi abietti e futili, la crudeltà e la premeditazione. Sara Campanella, studentessa 22enne che frequentava a Messina il medesimo corso universitario del suo assassino fu aggredita e colpita, possibilmente con un coltello, nel pomeriggio del 31 aprile in viale Gazzi, di fronte l’ingresso laterale dello stadio Celeste. Soccorsa e trasferita d’urgenza al Policlinico della città dello stretto, la giovane arrivava già in condizioni gravissime e moriva poco dopo, mentre i medici tentavano di arginare la copiosa emorragia.
La perizia medico legale ha stabilito che la ragazza è stata colpita al collo e il fendente le ha reciso l’arteria giugulare causando una emorragia fatale. Secondo le testimonianze dei passati l’aggressore è arrivato con un’auto, si è fermato, è sceso ed è andato direttamente da Sara. Ha estratto il coltello è l’ha colpita senza esitazione per poi andare via dopo aver sferrato il colpo. I testimoni hanno sentito le urla e chiamato i soccorsi. L’arma utilizzata per compiere l’omicidio, probabilmente un coltello o un taglierino, non è mai stata rinvenuta.
La difesa
L’avvocato Giuseppe Cultrera che difende Argentino, attende di potere visionare gli atti in possesso della procura. “La procura, per quanto noto a questa difesa, dovrebbe essere in possesso di un ampio materiale probatorio, acquisito anche mediante l’estrazione dai cellulari, utile alla valutazione della condotta dell’Argentino e inscindibile dalla stessa, ad oggi a quanto pare non utilizzato – dice il legale di Argentino – È chiaro che, se così fosse, sarà compito e dovere di questa difesa portarlo all’attenzione della corte”.
Su Argentino verrò richiesta perizia psichiatrica
L’avvocato difensore prosegue nel suo ragionamento sostenendo che “rimette, pertanto, ogni decisione ad un momento successivo alla visione degli atti, ferma restando la decisione di chiedere perizia psichiatrica”.
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