Nel giorno della festa dei Lavoratori ci sono lavoratori diversi dagli altri: le partite Iva. In questo giorno che dovrebbe festeggiare il lavoro su cui è basata l’intera nostra Repubblica, però, le riflessioni del Presidente del Movimento delle partite Iva sono amare e non soltanto per la categoria che rappresenta, ovvero lavoratori di serie b, senza diritti o quasi, ma per l’intero mondo del lavoro.
Riflessioni amare sulla base di dati delle grandi agenzie italiane che mostrano un “sistema lavoro” palesemente in crisi
Non è un Buon Primo maggio
“È proprio un buon 1° Maggio per i Lavoratori! L’Italia è l’ultimo Paese al mondo per gli stipendi reali, tra le grandi economie, fonte Eurostat. Il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese è costantemente in calo (fonte Istat). Nessun lavoratore può dirsi soddisfatto operando con prospettive zero”. Lo ha detto Angelo Distefano, portavoce del gruppo ‘Le partite IVA ‘sottolineando che “l’inflazione e la speculazione hanno annichilito stipendi e salari imponendo una mera sopravvivenza.
Il diritto alla salute
Se parliamo di diritto alla salute, al riposo e al lavoro degnamente retribuito soprattutto per gli autonomi, ma anche per tanti altri che lavorano sotto contratti capestro, mancano un’ indennità di malattia e il rispetto della maternità come tempi e come spazi.
Che dire delle pensioni, il cui valore è solo degno dell’ipocrisia taciuta da chi pronuncia questa parola ‘pensione’, in media, una volta al giorno per riempire il silenzio assordante della catastrofe – ha aggiunto – Autonomi: costituiscono una delle principali forze produttive del Paese e sono etichettati come evasori e sfruttatori.
Ogni giorno chiude una piccola impresa
La verità? Ogni giorno una nuova piccola impresa o partita Iva chiude i battenti e la disperazione porta anche a gesti estremi che ora non fanno più notizia. – ha concluso – unico significato possibile per il 1° Maggio è la festa degli schiavi moderni, dipendenti e autonomi che resistono, ma di fatto esistono solo per essere sfruttati”.
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