Il giovane e la donna che hanno chiamato i soccorsi per le condizioni del medico anestesista del Cimino di Termini Imerese sono stati interrogati tutta la notte per cercare di capire cosa sia successo nell’appartamento al settimo piano in via Monteverdi nella centralissima zona di via Malaspina.

Ci sono diversi aspetti da chiarire. In primo luogo se si sia trattata di morte naturale o di morte provocata da un mix di alcool e droghe. In quest’ultimo caso le posizioni di quanti sono stati coinvolti nella storia cambiano.

Sarà l’autopsia a chiarire i tanti dubbi dei militari alle prese con un caso molto delicato.

Domenica mattina alle 4 i sanitari del 118 e i militari si sono trovati nella stanza con il corpo del medico disteso senza vita. Sarebbe morto per asfissia e per un arresto cardiaco. Il pm di turno dopo l’ispezione sul corpo dell’uomo  ha disposto l’autopsia.

Dall’esame medico gli investigatori si attendono le risposte a tanti interrogativi emersi durante le prime indagini.

In casa i carabinieri hanno trovato tracce di cocaina, eroina e marijuana. Sull’episodio la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta.

L’anestesista aveva trascorso la notte con un giovane di 23 anni che in queste ore è stato sentito dagli investigatori. Il ragazzo nel corso dell’interrogatorio avrebbe confermato l’uso di stupefacenti.

Quando i sanitari del 118 sono arrivati in casa, prima dell’alba, il medico era già privo di vita. Dall’appartamento i carabinieri hanno portato via alcuni sex toys, oltre a un cappuccio nero e una maschera antigas. A chiamare il 118 è stata una donna, la cui posizione è a vaglio degli inquirenti. La salma del medico è stata portata all’istituto di medicina legale del Policlinico. Sarà l’autopsia a stabilire se si sia tratta di morte naturale o indotta dall’assunzione di droghe e pratiche sessuali estreme.

Il medico fino a venerdì scorso era regolarmente in servizio. Era molto apprezzato nel suo ambiente di lavoro, il direttore sanitario del “Cimino”, Cataldo Pellegrino lo ricorda con grande affetto: «Abbiamo lavorato in sala operatoria fino a giovedì scorso. Era una persona eccezionale, si faceva apprezzare da tutti per la cordialità, affabilità e per la sua competenza».

«Curava con grande professionalità ed umanità i rapporti con i pazienti e con i colleghi», ha affermato l’apprezzato primario del reparto di Otorino Laringoiatra.