Una mezzaluna con la “Santuzza” posizionata in basso, in mezzo alla sua gente. Questo sarà il concept grafico del prossimo carro del Festino 2023. Una scenografia alla quale sta lavorando un team di volontari ed allievi dell’Accademia delle Belle Arti all’interno degli spazi della missione “Speranza e Carità” di via dei Decollati. Un luogo scelto non a casa visto che, come racconta il coordinatore del progetto Fabrizio Lupo, ad ispirare l’idea è stato proprio fratel Biagio Conte.

“Incontrai fratel Biagio ad agosto 2022 – racconta Lupo -. Da studente dell’accademia delle Belle Arti di Firenze, è rimasto sempre affenzionato al mondo dell’arte. Lo dimostra anche l’aspetto che ha la chiesetta, un vero gioiello. In quell’occasione, gli feci vedere il disegno del carro precedente. A tal proposito, mi disse che la santa, a suo parere, doveva stare nella parte bassa, in quanto la Santuzza vuole stare in mezzo alla sua gente. In un primo momento, rimasi perplesso visto che la Santa veniva posizionata in alto proprio per celebrare il suo “trionfo”. Ma poi abbiamo capito l’idea alla base del pensiero di fratel Biagio e abbiamo deciso di seguire il suo suggerimento”.

Si lavora al carro per il Festino

Due i team che si stanno occupando della realizzazione del carro del Festino. Da una parte c’è l’area degli artigiani che sta lavorando la scenografia in legno, coordinata dallo stesso Fabrizio Lupo, al cui fianco c’è il team di ingegneri che si sta occupando della parte meccanica, ovvero di quella che farà muovere la struttura all’interno del Cassaro. Riguardo alle caratteristiche, il carro avrà una lunghezza di dieci metri, sarà alto nove ed occuperà una larghezza di cinque metri. L’idea è quella di realizzare una sorta di mezzaluna con la statua della Santuzza, appunto, posizionata nella parte bassa ed attorniata da nuvole ed angioletti.

Una scelta che Fabrizio Lupo spiega in maniera precisa. “Abbiamo avuto carri in passato alti anche ventinove metri. Strutture che poi avevano difficoltà a muoversi in città. I carri moderni sono più bassi proprio per permettere il passaggio in strade dove sono presenti gli archi e i tralicci”. Lavoro iniziato da una settimana e che si concluderà nei pressi delle celebrazioni del 14 luglio. “Penso che sarà pronto l’ultimo giorno, quando lo porteremo al Cassaro. Così sarà una sorpresa per la città”. Una struttura sulla quale sta lavorando un gruppo di volontari e di addetti ai lavori. “C’è un gruppo di allievi ed ex allievi con i quali ho lavorato ai carri già da anni – racconta Lupo -. Queste persone con cui collaboro sono state coinvolte nel progetto. Abbiamo mandato una bozza al Comune, su cui abbiamo lavorato da parecchi mesi. E’ piaciuto molto anche al sindaco e all’assessore Cannella. Da questo progetto è nato questo cantiere, che abbiamo pensato di realizzare all’interno della missione Speranza e Carità, accanto alla capella della missione dove è sepolto fratelo Biagio”.

Il tema del Festino: il sogno

Un concept grafico che si ricollega a quello che il tema della 399^ edizione del Festino, ovvero il sogno. “Il progetto è stato sviluppato insieme a Fabrizio Lupo e Filippo Sapienza – racconta Gaspare Simeti, responsabile tecnico organizzativo del Comune per il Festino -. La struttura richiama il tema onirico in riferimento alla visione di Girolama La Gattuta. Un focus che questa amministrazione e il comitato artistico istituzionale ha accolto e avallato. Lo abbiamo sviluppato attraverso quattro quadri principali che si svolgeranno in città, all’interno del quale ci saranno momenti intermedi legati al tema del ricordo e del ricordare”.

Un’idea condivisa anche dall’assessore alla Cultura Giampiero Cannella. “Il Festino è una festa religiosa, ma anche una festa di popolo, sentita e partecipata che arriva dopo un periodo difficile come quello pandemico. Il 399° Festino, che a noi piace chiamare 400 meno uno, è l’overture che anticipa il quattrocentesimo anniversario di Santa Rosalia, nel 2024, un anno giubilare in cui prevederemo festeggiamenti di grande portata internazionale, sia dal punto di vista culturale che religioso”.

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