Va avanti la Finanziaria della Regione Siciliana all’Ars. Anche in tempi più rapidi di quelli previsti in conferenza dei capigruppo. L’obiettivo del 31 dicembre sul quale punta l’assessore all’Economia Marco Falcone si avvicina e non sembra essere più una chimera.

Approvati 15 articoli, 28 e 29 dicembre nuovi lavori

In meno di sette ore di lavori parlamentari sono stati approvati 15 articoli tra le giornate del 21 dicembre e di ieri. Aula sospesa e tutti a casa per il Natale. Si rientrerà a sala d’Ercole il 28 e 29 dicembre. Da valutare rimangono altri quindici articoli. Poi ci sarà il maxi emendamento – con dentro anche le norme suggerite dall’opposizione per le quali ballano circa 9 milioni di euro – e il voto finale previsto per l’8 gennaio.

Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha dettato le tempistiche e prima di congedare i parlamentari per la pausa natalizia, ha voluto rassicurare ancora una volta la minoranza sul rispetto dei patti e in particolare il M5s, che in aula ha rimarcato la necessità di finanziare alcune norme, tra cui il contrasto alla violenza di genere, la lotta al crack e la dotazione di parrucche per le pazienti sotto cura oncologica.

Evitato l’ostruzionismo

Il lavoro di Galvagno è servito ad evitare l’ostruzionismo dell’opposizione, per giorni sulle barricate. Determinante per l’accoro raggiunto anche il ruolo avuto dal governatore Renato Schifani, presente in aula in queste due giornate decisive per l’approvazione dei 15 articoli, e del vicepresidente della Regione con delega ai rapporti con l’Ars, Luca Sammartino.

“Il senso di responsabilità” del Parlamento e del governo, la definizione è di Sammartino, ha seppellito sul nascere le velleità di chi, tra le fila del centrodestra, aveva ipotizzato – nella fase del muro contro muro – di poter persino usare in aula il voto di fiducia come grimaldello per fare cadere tutti gli emendamenti della minoranza, un inciso del regolamento parlamentare mai utilizzato e di controversa interpretazione.

Documenti in regola dopo 21 anni

Dopo 21 anni consecutivi di esercizio provvisorio, dunque, la Regione – al netto di sorprese improvvise – si prepara ad affrontare il nuovo anno con un bilancio in regola. L’ultimo governo ad approvare i documenti contabili e finanziari entro la fine dell’anno corrente fu quello guidato da Totò Cuffaro nel 2003. Da allora in poi tutti gli esecutivi hanno dovuto fare ricorso sempre al provvisorio.

Cosa è stato approvato

Tra le norme approvate nelle prime 48 ore di votazione c’è anche il primo dei quattro pilastri su cui il governo Schifani ha costruito la manovra: i fondi ai Comuni, 350 milioni di euro. Ma c’è pure il via libera ai sussidi per gli ex Pip, un pezzetto del secondo pilastro: quello che riguarda la lotta al precariato, da discutere resta la stabilizzazione degli Asu. Per gli altri due pilastri – l’antincendio e l’occupazione – il governo dovrà attendere la prossima settimana.

Ritorna la norma Straccia bollo

Pur dovendo sacrificare la data del 31 dicembre, l’assessore all’Economia Marco Falcone incamera la sua norma per la verità molto apprezzata dai siciliani: lo straccia bollo. La proiezione attuale vede gli incassi della Regione toccare i 425 milioni di euro, sfiorando una crescita del 30 per cento rispetto al 2022.

La misura tornerà in vigore dal primo gennaio al 30 giugno del 2024 ma con due tipologie di scontistica. Per chi è in regola con la tassa automobilistica verrà applicato uno sconto del 10 per cento, a cui sarà possibile sommare un ulteriore 10 per cento di riduzione del bollo per coloro che sceglieranno la domiciliazione bancaria del tributo. Inoltre, per i primi sei mesi del 2023, confermata la cancellazione di sanzioni e interessi per coloro che intendono mettersi in regola sugli arretrati del bollo auto dal 1 gennaio 2016 a 31 dicembre 2022.

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