Finanziaria in stallo all’Ars per le nette divisioni della politica, in mattinata i deputati si riuniranno a sala d’Ercole per la prima seduta. All’ordine del giorno la manovra con la discussione generale, poi dovrebbe essere approvato il bilancio interno dell’Ars. Ma ancora non si è trovato alcun accordo fra maggioranza e opposizione e questo rischia di far slittare l’approvazione all’Ars della Finanziaria a gennaio. Fuori dall’aula il mondo produttivo e sindacale sembra compatto nel ribadire che lo strumento finanziario debba essere approvato entro l’anno. Ed ancora una volta arrivata la tirata d’orecchie a parlamentari e governo regionale, accusati di portare avanti stucchevoli diatribe.
La posizione della Cisl
Proprio questa mattina la Cisl ne ha avuto per tutti nel corso della riunione del comitato esecutivo che si è svolta a Palermo. “Basta con le liti – ha tuonato il segretario regionale Sebastiano Cappuccio -, è ora che le forze politiche mettano da parte le diatribe e insieme al governo, tutti i deputati lavorino per varare la Finanziaria regionale entro l’anno. È il momento di far prevalere il senso di responsabilità sulle divisioni partitiche e politiche. Occorre uno sforzo corale affinché il parlamento siciliano esiti, prima della fine dell’anno, questa norma che regola la vita della regione. È ovvio che per la Cisl devono essere centrali i temi della crescita e dello sviluppo, delle politiche attive per il lavoro e dell’occupazione. Ma anche della pubblica amministrazione e degli enti locali, della sanità, dell’istruzione, del welfare e delle misure a sostegno dei giovani, delle donne e della non autosufficienza”.
Appello ai deputati: “Barra dritta”
Il leader della Cisl ha poi richiamato tutti i parlamentari e il governo regionale a mantenere la “barra dritta” in questa direzione. “Bisogna occuparsi – ha precisato -delle priorità essenziali per la Sicilia, evitando di disperdere risorse in ambiti che oggi non sono indispensabili”. Il segretario generale della Cisl Sicilia ha anche lanciato una stoccata al governo regionale. “Ribadiamo la necessità di un confronto stabile e permanente con le parti sociali – ha aggiunto Cappuccio – che invece l’esecutivo Schifani non ha ancora avviato. Agire in solitudine è sbagliato, si rischia di andare a sbattere. Occorre ripartire dal dialogo e dalla concertazione ed è fondamentale che il governo regionale lo faccia subito, perché, oggi più che mai, non si possono commettere errori che pregiudicherebbero il futuro della Sicilia”.
Oramai un grido unanime
Mentre sale la tensione e il rischio di rinvio, nelle precedenti ore era anche arrivata la presa di posizione, netta, degli artigiani e degli industriali. Tutti concordi nel fare in fretta mentre si parla insistentemente di un rinvio della discussione dopo l’8 gennaio. Si rischiano contributi, si rischiano conseguenze negative per più settori, e in questo momento storico non lo si può permettere. Il rischio è altrimenti quello di ricorrere all’esercizio provvisorio che, di fatto, obbligherebbe la Regione a spendere ogni mese un dodicesimo di quanto stanziato in bilancio. “E ci sarebbero inevitabili conseguenze negative per le imprese” hanno tuonato Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai chiedono. Di rischio di “impantanare la Regione almeno fino a maggio con effetti drammatici per tutto il tessuto produttivo” aveva parlato anche Confcooperative Sicilia. Anche Confindustria concorde, sostenendo che un rinvio a gennaio avrebbe comportato la “paralisi”.
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