Si discute la finanziaria regionale in queste ore ma il rinvio di tutto sembra sempre dietro l’angolo. Mercoledì 20 dicembre, dopo la messa di Natale in programma alle 10 nella Cappella Palatina, i deputati si riuniranno a sala d’Ercole per la prima seduta con all’ordine del giorno la manovra finanziaria. Si procederà con la discussione generale, poi dovrebbe essere approvato il bilancio interno dell’Ars. Questo quanto deciso dalla conferenza dei capigruppo. Un incontro durante il quale non si è trovato alcun accordo fra maggioranza e opposizione.

Timidi segnali di trattativa

Intanto timidi segnali di apertura nel braccio di ferro tra governo e opposizioni sui tempi di approvazione della manovra finanziaria. Da ambienti di centrodestra filtra una eventuale disponibilità ad accogliere alcune proposte della minoranza con il via libera alla manovra entro il termine dei 45 giorni, quindi il 5 gennaio anche se si parla anche dell’8 gennaio. Si tratterebbe di un punto di mediazione rispetto all’insistenza del governo che più volte ha ribadito la richiesta di approvarla entro il 31 dicembre e al muro delle opposizioni che spingono per licenziarla a metà gennaio. In ogni caso sarebbe scongiurato il ricorso all’esercizio provvisorio.

Polemiche fra maggioranza e opposizione

Mentre sale la tensione e il rischio di rinvio, arriva la presa di posizione, netta, di una categoria, quella degli artigiani. Che non hanno dubbi: la finanziaria va approvata entro l’anno o saranno guai. Si rischiano contributi, si rischiano conseguenze negative per più settori, e in questo momento storico non lo si può permettere.

“Il rispetto delle regole non è soltanto una questione di forma, ma anche di sostanza: approvare la manovra nei tempi di legge genera più ricchezza subito, almeno un paio di miliardi, che a sua volta porta gettito che torna nelle casse della Regione”, ha detto l’assessore all’economia Marco Falcone, in un’intervista a “La Sicilia“.

“Finanziaria subito, non ci sono mezze misure”

“Non ci sono mezze misure per le associazioni regionali dell’artigianato che esortano congiuntamente tutte le forze politiche affinché si mettano da parte prese di posizione e si lavori insieme con l’unico obiettivo di approvare la legge si stabilità entro il 30 dicembre. Il rischio è altrimenti quello di ricorrere all’esercizio provvisorio che, di fatto, obbligherebbe la Regione a spendere ogni mese un dodicesimo di quanto stanziato in bilancio, con inevitabili conseguenze negative per le imprese”, si legge nel comunicato degli artigiani.

Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai chiedono quindi un atto di responsabilità all’Assemblea regionale siciliana. “L’approvazione della Finanziaria entro i tempi previsti – dicono i vertici delle quattro associazioni regionali dell’artigianato – consentirebbe alle nostre imprese, che rappresentano il tessuto produttivo dell’Isola, di lavorare senza i soliti ritardi dei pagamenti. Se si dovesse ricorrere all’esercizio provvisorio, infatti, resterebbero impigliati proprio i pagamenti alle imprese e a tutti coloro che vantano dei crediti”.

Le associazioni artigiane chiedono inoltre al governo e all’Assemblea regionale di dotare di nuove risorse il fondo di rotazione Crias.

La posizione di Confcooperative Sicilia

“L’Assemblea Regionale Siciliana non indugi e proceda all’approvazione della finanziaria entro il 31 dicembre”.

Il Consiglio Regionale di Confcooperative Sicilia, riunito oggi a Palermo, ha affrontato il delicato tema,da cui dipende l’immediato futuro delle imprese siciliane.

“L’ipotesi paventata dell’esercizio provvisorio- si legge nel documento approvato dal consiglio regionale di Confcooperative Sicilia – rischia di impantanare la Regione almeno fino a maggio con effetti drammatici per tutto il tessuto produttivo.

Auspichiamo che le forze politiche, maggioranza e minoranza, trovino, nell’interesse dei siciliani, l’intesa definitiva in aula entro l’anno. Ciò darebbe ossigeno alla nostra isola e consentirebbe di accorciare i tempi del riaccertamento e pagare le imprese oltre alla possibilità di impegnare più risorse rispetto al 2023.

Inoltre – conclude Confcooperative Sicilia – in merito alla vicenda IRCA chiediamo un immediato intervento della politica affinché possa essere superato lo stato di impasse e finalmente il mondo della cooperazione possa essere rappresentato all’interno del suo C.d.A”.

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