Tra le misure della Finanziaria regionale approvata lo scorso gennaio c’è quella che avrebbe permesso alla Regione l’assunzione per chiamata diretta i figli delle vittime di femminicidio e le stesse donne sopravvissute ma rimaste con disabilità o sfregiate. Era una delle norme simbolo della legge ma questa è vicina dall’essere impugnata da Roma. Lo ha comunicato il governo nazionale al presidente Schifani.

Articolo del “Collegato” verrà discusso nelle trattative con Roma

L’articolo che avrebbe equiparato i femminicidi agli omicidi mafiosi era frutto in realtà di emendamenti presentati dai deputati del Pd e di Sud chiama Nord. Il governo regionale l’aveva fatto proprio. E per questo ieri il presidente Schifani ha annunciato che lo difenderà nella trattativa che si sta aprendo con Roma e che riguarderà tutte le 30 norme (su 141) che il governo Meloni intende cassare dal cosiddetto collegato alla Finanziaria regionale, approvato nella stessa notte del 9 gennaio ma come disegno di legge autonomo. Per questo motivo non è stato ancora esaminato dal governo nazionale, a differenza della Finanziaria base e del bilancio.

Non indicati i motivi della possibile impugnativa

In realtà la nota di 13 pagine con cui il ministero dell’Economia ha comunicato alla Regione le norme che ritiene a rischio di costituzionalità non indica esplicitamente i motivi della possibile impugnativa della norma sui femminicidi rinviando solo a valutazioni che il ministero della Funziona Pubblica farà nei prossimi giorni.

Ma un campanello d’allarme è già scattato a Palazzo d’Orléans. Dove ieri il presidente Schifani ha riunito il capo di gabinetto, Salvatore Sammartano, e il ragioniere generale Ignazio Tozzo per preparare la memoria difensiva in vista dell’esame decisivo.

Salvare impugnativa su Sanità

L’obiettivo della Regione è soprattutto quello di salvare dall’impugnativa gli articoli che riguardano la sanità. In particolare quello che stanzia 10 milioni per erogare bonus da 18 mila euro all’anno ai medici che accetteranno di lavorare nei piccoli ospedali. Inoltre è nel mirino del ministero la norma che prevede aumenti del 7% delle rette in favore delle Rsa.

E pure la sanatoria dei vecchi debiti dei privati convenzionati rischia di saltare. Come pure l’articolo che permette di aumentare del 15% il budget delle Asp destinato alle assunzioni: una misura che aprirebbe ai cosiddetti precari Covid le porte degli ospedali di comunità, quelli in costruzione finanziati con i fondi del Pnrr.

Si punta a salvare i fondi per la ricapitalizzazione dell’Airgest (4,2 milioni) e quelli per Sicilia Digitale (800 mila euro). Sono misure contenute nel disegno di legge collegato alla Finanziaria, quello in cui sono confluiti gli emendamenti volanti dei deputati che hanno fatto piovere sulla manovra contributi e bonus a categorie a loro vicine. È un testo ancora in attesa del giudizio di Roma.

Mentre la vera e propria Finanziaria è già stata esaminata e il governo nazionale ha bocciato solo due articoli: quello che stanzia 4,3 milioni per incentivi ai dipendenti regionali e quello che avrebbe trasformato il Cefpas in una sorta di ente aggiuntivo della sanità paragonabile a una Asp. Salvo invece il comma che aumenta le giornate di lavoro dei forestali, che in un primo momento sembrava invece essere stato cassato dal Consiglio dei ministri.

Schifani, “Ha retto l’impianto di legge stabilità regionale”

Per il resto sia la Finanziaria che il bilancio hanno superato l’esame del governo nazionale. Come sottolinea Schifani: “La legge di stabilità regionale ha retto nel suo impianto complessivo. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha impugnato esclusivamente due norme: l’articolo 8, relativo agli incentivi economici al personale regionale, e l’articolo 25, che fa riferimento alla trasformazione del Cefpas in ente del sistema sanitario regionale. Difenderemo le norme che hanno un carattere sociale come quella sui bonus ai medici, che ci permette di tenere in vita i piccoli ospedali, e quella sui femminicidi”.

Falcone, “Aperto confronto per capire norme da poter salvare”

Falcone ieri è stato a Roma per un primo confronto col ministero dell’Economia: “Per quanto riguarda il cosiddetto collegato apriamo un confronto per capire le norme che andranno salvate e quelle su cui invece dovremo soprassedere rinviandole ad altro viatico legislativo”.