Covid19, è in corso uno studio immunologico su 47 persone che erano convinte di essersi vaccinate, alla Fiera del Mediterraneo di Palermo. Non sapevano di avere incontrato l’infermiera no vax Giorgia Camarda, arrestata per le finte inoculazioni.

Lo studio su 47 persone

Dello studio si apprende leggendo un comunicato stampa diffuso dalla struttura commissariale per la gestione dell’emergenza Covid di Palermo relativo al via ai test sierologici alla Fiera del Mediterraneo.
Dalla nota si viene a conoscenza che “i prelievi saranno eseguiti in collaborazione con il laboratorio Cqrc (Controllo Qualità e Rischio Chimico), diretto dalla professoressa Francesca Di Gaudio. Sempre grazie all’apporto del Cqrc, in questi ultimi giorni, era stato possibile dare avvio allo studio immunologico sui 47 utenti dell’hub vaccinati da un’infermiera arrestata con l’accusa di aver simulato e non realmente eseguito le somministrazioni”.

L’infermiera no vax

A gennaio Giorgia Camarda, 58 anni, infermiera dell’ospedale Civico di Palermo, in servizio all’Hub della Fiera del Mediterraneo era finita ai domiciliari perché avrebbe fatto finta di iniettare le dosi di vaccino, mentre un attimo prima svuotava la siringa su una garza.

Nuovo arresto per l’infermiera

Il 25 marzo gli agenti della Digos della questura di Palermo hanno eseguito un’ordinanza ai domiciliari, del gip del Tribunale di Palermo, per l’infermiera che si sarebbe resa responsabile di quarantasette episodi di falso ideologico e peculato.
A gennaio alla Camarda era stato contestato di avere beneficiato di una falsa vaccinazione contro il Covid19 e praticato false inoculazioni a due persone.

I filmati delle telecamere nell’hub Fiera

Nel corso delle indagini, grazie alle telecamere piazzate nell’hub vaccinale dalla polizia, oggetto di perizia medico–legale, è emerso che in altre due giornate in cui l’infermiera aveva lavorato alla Fiera del Mediterraneo, la stessa infermiera avrebbe praticato, per convinzione ideologica e convinta no vax, false vaccinazioni contro il Covid-19 nei confronti di altri quarantasette utenti.
Nel video si vede l’infermiera versare sulla garza il contenuto della fiala, senza iniettare alcunché. Dalle indagini, grazie a intercettazioni telefoniche e interrogatori, è emerso che gli utenti pensavano di avere ricevuto il vaccino ed erano convinti di essere protetti dal rischio dell’infezione da Covid 19.
Le false certificazioni verdi sono state sequestrate. L’attività investigativa si è avvalsa del contributo della struttura del commissario per l’emergenza Covid-19 per la città metropolitana di Palermo.

I primi tre arresti a dicembre dello scorso anno

Il caso nell’hub della Fiera era scoppiato a dicembre dello scorso anno quando la Digos aveva fermato il leader dei no vax siciliani Filippo Accetta, un commerciante palermitano Giuseppe Tomasino e un’altra infermiera dell’ospedale Civico in servizio all’Hub Anna Maria Lo Brano per corruzione, peculato e falso.
Era stata la stessa la Lo Brano a praticare la falsa vaccinazione alla Camarda. Anna Maria Lo Brano ha ammesso di “essere pentita” e di aver agito per soldi: “Per sostenere le spese universitarie di mio figlio”, ha detto, chiamando in causa altri complici.

Costa: “Vicenda odiosa e amara”

In occasione dell’arresto, Renato Costa, commissario Covid19 di Palermo aveva annunciato che coloro i quali credevano di aver avuto iniettato il vaccino sarebbero stati richiamati uno ad uno e verificato il loro stato immunologico.
Costa aveva commentato: “Purtroppo i nuovi sviluppi delle indagini rendono questa vicenda ancora più odiosa e amara. Pensavamo fosse solo una bieca storia di soldi e interessi personali, invece dall’inchiesta emerge che questa infermiera dell’ospedale Civico, che svolgeva occasionalmente turni vaccinali alla Fiera del Mediterraneo, non credeva nella scienza e ha messo le sue idee antiscientifiche davanti al suo lavoro e alla sua missione di protezione”.

Il prezzo del tradimento

“Il prezzo di questo tradimento – aveva aggiunto Costa – lo hanno pagato tutti quei cittadini che credevano di essere vaccinati e, nostro malgrado, lo paghiamo noi che, come hub, eravamo convinti di aver reso loro un servizio. Sarà nostra cura ritirare tutte le loro pratiche, contattarli uno a uno, verificare il loro stato immunologico, in collaborazione con il laboratorio Cqrc, diretto dalla professoressa Francesca Di Gaudio, e vaccinarli. Ringraziamo la Digos, alla quale abbiamo fornito fin dall’inizio tutto il supporto possibile, per aver fatto luce su questa sgradevole vicenda, in modo tale da spezzare una catena di ignobili raggiri che i cittadini non meritavano e di certo nemmeno noi e la causa che stiamo servendo”.

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