Un duro colpo è stato inferto al gruppo del “turco” ritenuto il capo dell’organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga nel quartiere Zen 2 di Palermo. Si tratta di Khemais Lausgi, originario della Tunisia ma nato e cresciuto a Palermo. Il denaro ricavato dal fiorente commercio della droga all’interno del quartiere palermitano veniva reinvestito nell’acquisto di prestigiose ville di lusso e appartamenti a Carini ma anche in un’enoteca di via Pietro Amodeo e in una palestra di piazza Europa.

Nella giornata di ieri sono state emesse 14 condanne per altrettante persone imputate con l’accusa di fare parte della banda che avrebbe gestito lo spaccio di cocaina tra i padiglioni dello Zen 2, in particolare tra le vie Zappa, Agesia di Siracusa e Nurmi.

Come il Giornale di Sicilia, la condanna più pesante, 10 anni e 8 mesi, proprio a Lausgi. Ai due braccio destro, Massimiliano Fanara e Giovanni Baglione, sono il giudice ha inflitto una condanna rispettivamente a dieci anni e a sei anni e otto mesi. A Girolamo Savasta è stato condannato a otto anni; due anni e dieci mesi a Bartolomeo Buccheri, due anni e mezzo a testa per Michele Di Cara, Antonino Finocchio ed Agostino Noto, e due anni (pena sospesa) per Giuseppa Noto.

Il processo vede inoltre l’assoluzione per l’ex pugile Paolo Ferrara. Secondo la Procura era responsabile di aver ciciclato 6.600 euro per conto di Lausgi, aprendo una palestra in piazza Europa, ma anche Pietro Vitale, genero di Guido Spina, ormai deceduto, ma che per anni aveva gestito il business della droga allo Zen, Sandra Savasta e Nicola Notaro.

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