In Sicilia il 24,8% dei bambini non va a scuola (+ 10,9% rispetto alla media del Sud Italia) il tempo pieno è attivo solo nell’8% delle scuole elementari, contro il 48% delle regioni del Nord e l’80% dei bimbi non usufruisce della mensa scolastica. Nell’Isola, poi, i piccoli alunni delle elementari frequentano in media, in cinque anni, 2.145 ore di scuola in meno rispetto ai loro coetanei del Centro Nord.
Già perché gli alunni delle scuole primarie nell’Isola hanno assicurato durante l’anno scolastico appena 27 ore di scuola alla settimana, a differenza dei bimbi che frequentano le scuole elementari in altre Regioni italiane, dove con il tempo pieno hanno assicurate attività didattiche ed educative per 40 ore la settimana. Mancano gli insegnanti, costretti a trasferirsi al Nord e vittime dell’algoritmo de La Buona scuola, mentre gli organici del personale docente risultano sottodimensionati. Così come quello del personale tecnico-amministrativo e dei collaboratori scolastici, che stando ai dati diffusi dal ministero dell’Istruzioni è di 402 unità, a fronte di una richiesta aggiuntiva di personale Ata pari a più del doppio. Ma non è tutto, perché nell’Isola le scuole cadono a pezzi e le classi pollaio sono diventate quasi la normalità. “Il diritto allo studio in Sicilia è negato e sono preoccupanti le percentuali sulla dispersione scolastica.
Gli edifici non sono sicuri, servono interventi di manutenzione ordinaria e non, mancano gli spazi adeguati” dice la deputata regionale del M5S Angela Foti, che ha presentato una mozione per chiedere al Governo regionale di attivarsi anche in sede di conferenza Stato-Regioni per chiedere l’avvio del tempo pieno nelle scuole, di attuare un piano di azioni concrete e strutturate per arginare il fenomeno della dispersione scolastica. E ancora mettere in sicurezza gli edifici scolastici, garantire il servizio di trasporto degli alunni. “Questo dibattito – aggiunge Foti – deve essere affrontato in aula all’Ars. Chiediamo al Governo di riferire in Parlamento sulle azioni che intende mettere in campo per garantire il diritto allo studio di bambini e ragazzi se ci sono intenzioni concrete di pianificare in maniera rapida un piano di rientro per i nostri conterranei”. La mozione prevede anche l’avvio di un’interlocuzione con il Miur, gli enti locali per l’avvio delle necessarie procedure a salvaguardia degli insegnanti siciliani “immobilizzati”, assunti cioè prima del 2014, e dei docenti “esiliati”, cioè collocati in province diverse dalla quelle residenza, vittime dell’algoritmo della riforma de La buona Scuola, per favorire e agevolare il ricongiungimento familiare. La parlamentare del M5S chiede anche di “effettuare una rimodulazione dell’organico dell’autonomia degli istituti scolastici di ogni grado, affinché le dotazioni del personale risultino funzionali ai bisogni delle scuole dislocate sul territorio siciliano”, ascoltando anche i dirigenti scolastici, e riadeguando, le cattedre di organico di diritto e i posti di potenziamento ed avviare le procedure di stabilizzazione degli docenti inclusi quelli di sostegno ed prevedere, in ragione del fabbisogno delle scuole siciliane e il rientro nell’Isola di tutti i docenti specializzati sul sostegno.
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