Due miliardi di euro bloccati nelle casse della Regione e scoppia l’ira del governato Renato Schifani che convoca una giunta d’urgenza nella quale i dirigenti dei dipartimenti coinvolti dovranno spiegare le loro azioni.

L’ira di Schifani

“Ritengo inaccettabile il blocco, in alcuni dipartimenti della Regione, di due miliardi di euro e questo nonostante il Governo e il Parlamento abbiano fatto la loro parte approvando nei termini di legge la manovra Finanziaria, come non accadeva da quindici anni. Ancora oggi alcuni pagamenti non sono stati erogati alle imprese e ai dipendenti regionali per colpa della lentezza di certa burocrazia. Porterò il provvedimento in giunta venerdì prossimo, con l’audizione dei dirigenti generali responsabili di questi ritardi per ascoltare le loro giustificazioni e valutare anche eventuali provvedimenti nel caso in cui questo ritardo dovesse protrarsi. Non possiamo esimerci dal garantire ai cittadini, alle imprese e a coloro che lavorano il diritto di essere pagati dalla Pubblica amministrazione. Non intendo tollerare questo modo di operare, la Regione deve cambiare su questo aspetto e ognuno deve assumersi le proprie responsabilità” dice il governatore renato Schifani che sceglie la rai per comunicare le sue decisioni attraverso la Tgr Sicilia.

Nei cassetti della Regione siciliana restano, infattio, fermi circa due miliardi di euro, fondi che la Regione doveva versare entro lo scorso anno a imprese e dipendenti ma che pastoie burocratiche hanno finora bloccato. Uno stop forzato che ha causato, come rivela il Giornale di Sicilia, l’ira del governatore siciliano, Renato Schifani, che ieri ha inviato una nota ai dirigenti generali dei dipartimenti Energia, Infrastrutture e Territorio e Ambiente con un vero e proprio ultimatum. Entro il 3 maggio dovrà essere portato a termine il riaccertamento dei residui attivi.

L’ultimatum del presidente

In caso contrario, avverte il presidente della Regione siciliana, “tale grave inadempienza potrà avere come conseguenza la decadenza dall’incarico dirigenziale”. “Ciò che è successo, spiegano dall’assessorato all’Economia, è frutto di regole contabili molto complesse – si legge sul quotidiano -. In pratica, le obbligazioni assunte ogni anno dalla Regione vanno saltate entro il 31 dicembre. Quando ciò non avviene, per poter pagare, bisogna fare nei presi mesi dell’anno successivo il cosiddetto riaccertamento. Cioè la verifica della sussistenza del debito, dei fondi necessari a onorarlo e di altri dettagli. E questo è quello che non è avvenuto tempestivamente. In particolare nei tre dipartimenti citati nella nota di Schifani, ma più in generale in quasi tutti gli assessorati”.

“Recuperate o addio impiego”

Già a novembre la presidenza della Regione aveva indicato le linee guida per portare a termine rapidamente la certificazione e una seconda direttiva datata 26 marzo indicava nel 3 aprile il termine ultimo. Ma, scrive Schifani nella nota inviata ieri ai vertici dei dipartimenti “permangono rilevanti irregolarità nelle risultanze contabili gestionali”, che provocano “nocumento all’amministrazione in termini di spesa”. Da qui l’ultimatum ai dirigenti: recuperate i ritardi o rischiate il posto.

Il plauso di Carolina Varchi di Fratelli d’Italia

“Condivido la posizione del presidente della Regione siciliana Renato Schifani: non possiamo permetterci di tenere nei cassetti i finanziamenti destinati alle imprese a causa di ritardi e lentezze burocratiche. Venga revocato l’incarico dei dirigenti che non si sono rivelati all’altezza di un compito delicato e importante”. Lo dichiara Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia.

“È inaccettabile – aggiunge – che ben due miliardi destinati da tempo alle imprese non siano stati ancora erogati. Se vogliamo davvero la rinascita e la crescita della Sicilia e del Sud, ciascuno deve impegnarsi al massimo e fare la propria parte. Tra Pnrr, Zes Unica e le altre forme di finanziamento, questo è un momento irripetibile che richiama tutti a un’assunzione di responsabilità. Chi non è in grado di fare il bene della Sicilia, e questo vale anche per i burocrati e i dirigenti – conclude Varchi – venga subito sostituito”.