“L’emergenza sepoltura e la presenza ridotta di forni crematori in Sicilia pone il tema dell’enorme ritardo nell’elaborazione da parte della Regione del “Piani Regionali di Coordinamento“, che, secondo quanto stabilito dalla legge del 2010, dovrebbero pianificare la dislocazione degli impianti sul territorio regionale in base alla popolazione. In assenza di una normativa chiara i Comuni stanno procedendo autonomamente dando il via a progetti di costruzione di ‘Templi crematori’ senza una pianificazione razionale della collocazione”.

Le parole della Chinnici

Lo dice Valentina Chinnici, parlamentare regionale del Partito Democratico, che sull’argomento è prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta da tutti i deputati del gruppo. “In provincia di Palermo, il Comune di santa Cristina Gela, – aggiunge – ha già completato l’iter burocratico e si appresta ad avviare le procedure di bando dei lavori per la realizzazione del nuovo impianto di cremazione all’interno dell’area cimiteriale e altri Comuni dell’Isola hanno già bandito e sono vicini alla realizzazione del ‘forno crematorio’.

Il governo regionale spieghi – conclude nell’interrogazione la parlamentare Pd – se ha già provveduto a preparare il piano di Coordinamento ed eventualmente se il Comune di Santa Cristina Gela risulta tra i siti individuati. Resta anche da comprendere se il Sindaco della città metropolitana di Palermo sia a conoscenza dell’iniziativa del Comune di Santa Cristina Gela”.

Lo scandalo dei Rotoli

L’ennesimo “scandalo” attorno al forno crematorio del cimitero dei Rotoli di Palermo mette in dubbio addirittura la sua stessa esistenza. Solo oggi viene fuori che il Comune non ha mai avuto l’autorizzazione ambientale necessaria che avrebbe dovuto rilasciare la Regione. E allora come avrebbe potuto essere messo anche in passato in esercizio? E nel frattempo questa situazione blocca l’iter per la realizzazione degli interventi di adeguamento. Per cui il forno, oramai fermo da due anni, rimane ancora spento e i tempi per la sua riattivazione si allungano.

Orlando: “Ma come hanno fatto in passato?”

Questa situazione incresciosa viene fuori da un articolo di “Repubblica”. Lo stesso assessore ai Lavori pubblici Totò Orlando ammette: “Il documento non si è trovato – dice al quotidiano -. E non è chiaro come il forno sia stato in funzione in passato senza questa autorizzazione”. Cosa mancherebbe? L’autorizzazione per le emissioni ambientali che deve rilasciare l’assessorato Territorio e ambiente della Regione. Ovviamente autorizzazione che può essere rilasciata sulla base di una serie di pareri da parte delle autorità competenti in materia.

La bare a deposito

Nel frattempo resta sempre l’eterno problema delle bare a deposito, sono all’incirca 1.200 ad oggi. E’ questo il numero impressionante di feretri in attesa di una degna sepoltura al cimitero dei Rotoli di Palermo. Nemmeno la giunta guidata da Roberto Lagalla è riuscita ad invertire una tendenza negativa che va avanti da tre anni e che è diventata ormai uno scandalo nazionale. Sulla base delle previsioni il forno crematorio, l’opera di adeguamento si sarebbe dovuta completare a febbraio 2023. Ma è chiaro che alla luce di questa novità i tempi slitteranno.

I lavori

Salvatore Orlando, intervenuto nei giorni scorsi a talk Sicilia, aveva dichiarato di aver accantonato l’idea di un ampliamento dell’impianto esistete. Si sarebbe guardato piuttosto ad una nuova struttura. “Puntiamo ad affiancare l’impianto esistente con un nuovo forno crematorio. Il Consiglio Comunale, nel maggio 2022 ha approvato la variante urbanistica necessaria. Credo che bisognerà aggiornare la documentazione in merito ai costi”. La previsione di spesa è di 2,7 milioni di euro, con fondi accantonati nel bilancio comunale.