Doppi turni massacranti, famiglie costrette ai salti mortali a causa degli orari di lavoro e vita dei figli completamente rivoluzionata: questi sono in sintesi i disagi che stanno vivendo gli studenti di sette classi della scuola Franchetti di Palermo. Il plesso sta affrontando dei lavori di ristrutturazione previsti anni fà e, a causa di ciò, ha dovuto chiudere i battenti, costringendo alcune classi ad un trasferimento forzato verso altre sedi. Per alcune però, è andata decisamente peggio. L’atavica assenza di aule e di strutture sul territorio cittadino ha costretto la dirigente scolastica e le istituzioni comunali ad una soluzione d’emergenza: quella dei doppi turni.

La lettera dei genitori della Franchetti

Il risultato è sotto gli occhi di tutti.  I ragazzi sono costretti ad andare a scuola nel pomeriggio, uscendo con il buio e con l’impossibilità di svolgere doposcuola ed attività ricreative o sportive. Non sono bastate le proteste condotte in questi mesi dai genitori, nonché le tante interlocuzioni con gli uffici comunali. Centoquaranta studenti sono stati trasferiti in viale dei Picciotti, presso la sede della scuola Nazario Sauro.

Così, nell’impossibilità di risolvere il problema a livello locale, i genitori hanno deciso di scrivere una lettera aperta al ministro Bianchi. A firmare la missiva è Rita Stassi, rappresentante dei genitori della scuola Franchetti. “Sono prima una mamma e dopo una rappresentante d’istituto, che scrive da parte dei genitori degli alunni della scuola Media Franchetti di Palermo. Seguiamo le sue idee e ci fermiamo a riflettere quando la sentiamo parlare di scuola inclusiva. Ma, nei suoi uffici, arrivano le comunicazioni di come studiano gli alunni italiani? Nello specifico vogliamo informarla e parlarle della scuola dei nostri figli. Forse non conosce la situazione dei nostri ragazzi. Siamo arrivati alla triste conclusione che mancano sette aule per i nostri figli, che sono così costretti a frequentare la scuola nel pomeriggio“.

“Nostri figli esclusi dalla vita sociale”

Disagi che non riguardano soltanto l’aspetto didattico, ma soprattutto quello umano. A causa dei doppi turni, raccontano i genitori, i ragazzi sono costretti a perdere tante opportunità di socializzazione e di fortificazione del proprio processo di sviluppo psico-fisico. “Più di centoquaranta famiglie costrette a vivere nel disagio, con i relativi figli costretti a rinunciare alle loro passioni, ai loro hobby. Esclusi dalla società, costretti ad interrompere il loro percorso formativo pomeridiano ai corsi di lingue, al conservatorio, al teatro, al catechismo. Esclusi dalle loro squadre sportive e dai gruppi ricreativi. Si trovano adesso a centellinare i minuti di vita con i fratelli ed i genitori. Ad aspettare la domenica per godere di un pasto caldo, per stare a tavola insieme alle loro famiglie. Dopo due anni passati praticamente chiusi in casa per la pandemia, adesso sono esclusi perché non si riescono a trovare sette aule! Sette non settecentosettantasette! Questa è la scuola inclusiva di cui tanto si parla?”

I disagi vissuti dalle famiglie della Franchetti

Un fatto, quello dello degli orari, che incide soprattutto sul contesto familiare, in particolare di quello di chi non può permettersi di ricorrere a lavoratori privati. “Questo può essere chiamato diritto allo studio? E tutti gli altri diritti dei nostri figli? Ancora una volta, i fanciulli sono vittime della cattiva gestione degli adulti e dell’irresponsabilità di coloro che dovrebbero tutelarli? Caro ministro, potrei stare ancora ore a parlarle dei disagi delle famiglie; dei pasti sani che non fanno i nostri figli perché alle 12.30 sono soli a casa e devono accontentarsi del panino preparato dalla mamma prima di andare al lavoro alle sei del mattino mentre loro dormono perché hanno studiato fino a tardi! Può comprendere il cuore di una mamma a pensare il proprio figlio, dagli undici ai tredici anni da solo a casa? Di chi sarebbe la responsabilità? Ma tanti sono costretti perché lavorano e non hanno nessuno vicino a cui affidare i propri figli. Tanti altri pagano per farli accompagnare a scuola in orari improponibili per un lavoratore”.

“Chiediamo attenzione per i nostri figli”

I genitori della scuola Franchetti chiedono quindi una soluzione definitiva, che garantisca ai propri figli di potere accedere al diritto allo studio in condizioni paritarie rispetto a quelle degli altri studenti.  “Caro ministro, le chiediamo attenzione per i nostri figli, per la scuola dei nostri figli da noi scelta per gli ottimi docenti, preparati professionalmente ed umanamente che fanno l’impossibile per rendere loro le ore di scuola pomeridiane meno difficili, perché sono pomeriggi freddi, senza riscaldamenti fisici ed emotivi, la copertina che si portano per scaldare il loro corpo non riscalda il loro cuore perché a dodici anni non comprendono e non accettano questa soluzione che soluzione non è! Caro ministro, se ancora stà leggendo queste righe, le chiediamo di provvedere al più presto a ridonare una vita serena alle nostre famiglie ed in particolare a ridonare ai nostri figli la normalità di una scuola diurna“.

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