“Complimenti all’ominicchio quaquaraqua“. Questo è quanto scrive sui suoi profili social l’ex deputato regionale Franco Mineo, padre dell’assessore al Patrimonio del Comune di Palermo Andrea Mineo. Un attacco rivolto ad un destinatario sconosciuto e pubblicato ieri sera, ovvero qualche giorno dopo l’accordo raggiunto fra il sindaco Roberto Lagalla e il gruppo di Fratelli d’Italia. Via libera che, di fatto, ha sancito proprio l’esclusione dello stesso Andrea Mineo dalla Giunta Comunale in favore di Pietro Alongi, profilo sostenuto dal presidente della Regione Renato Schifani.
Il post misterioso su Facebook
Un post, quello pubblicato dall’ex esponente dell’Ars e volto storico dell’ala berlusconiana in siciliana, accompagnato dalla presenza di una foto di un pupo siciliano pubblicato a corredo del pensiero social. Poche le parole di descrizione: “Complimenti all’ominicchio quaquaraqua”, ha scritto l’ex parlamentare regionale. Sconosciuto il destinatario del messaggio, anche se è probabile che lo stesso sia arrivato “a destinazione”. Tanti i commenti sotto al post di curiosi ed amici dello stesso Mineo.
Prosegue il caos sul rimpasto a Palermo
Intanto, prosegue il caos nel centrodestra sul rimpasto a Palermo. Dopo la dura presa di posizione del capogruppo della Nuova DC Domenico Bonanno, con la quale i moderati chiedono il riconoscimento del proprio peso politico, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha convocato un nuovo vertice di maggioranza per lunedì pomeriggio. Confronto nel quale il primo cittadino vuole chiudere i giochi su un rimpasto che va avanti da oltre due mesi. Conciliata la partita sull’avvicendamento fra Andrea Mineo (per il quale si prospetta un incarico alla Città Metropolitana) e Pietro Alongi (il quale, da previsioni, avrebbe dovuto giurare lunedì), adesso il dibattito fra Forza Italia e Fratelli d’Italia riguarda le deleghe. Lotta, in particolare, che interessa l’area del Patrimonio, molta ambita da entrambe le compagini. Dubbi che saranno dissolti solo nel vertice a ranghi compatti. Fino ad allora, le fibrillazioni proseguiranno. E, con esse, le tensioni nella maggioranza.
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