“Le pensioni sono un’ulteriore tappa del nostro lavoro. Credo davvero di poter dire che abbiamo smontato alcune iniquità della legge Fornero”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, a Palermo per l’assemblea regionale dei quadri del sindacato. Una presenza che serve anche a tentare di spegnere la grande manifestazione della Cgil che farà di palrmo una delle ciqnue gfrandi piazza italiane su un tema che ha diviso i sindacati: le pensioni
“L’anno scorso l’Ape sociale – ha proseguito – la quattordicesima per i pensionati sotto i mille euro al mese che sono davvero tanti in questo Paese e il cumulo gratuito dei contributi per i giovani. Quest’anno il blocco da subito dello scatto dell’aspettativa di vita per 15 categorie e l’apertura di un tavolo istituzionale a cui saranno presenti anche Cgil, Cisl e Uil per verificare lavoro per lavoro la reale aspettativa di vita immaginando quindi un possibile allargamento su questo tema. Sul tavolo c’è ancora il calcolo delle future pensioni per i giovani che però oggi più che di previdenza hanno bisogno di lavoro. Il nostro impegno continua”.
Credo che sia una buona legge di bilancio. Sono 20 miliardi, risorse limitate lo so, ma 15 vanno utilizzate per bloccare gli aumenti delle accise e dell’Iva, tutto il resto è a forte sfondo sociale” ha detto Furlan commentando la legge di bilancio.
“Finalmente – prosegue – arriva il rinnovo del contratto per oltre tre milioni di dipendenti pubblici, dopo oltre otto anni di blocco, la lotta alla povertà, l’allargamento degli ammortizzatori sociali, il provvedimento sulla previdenza che blocca lo scatto sull’aspettativa di vita per 15 categorie che svolgono lavori particolarmente gravosi. Credo che sia una risposta sociale importante”.
“E’ un provvedimento importante che attendevamo da tempo perché la precarietà non aiuta assolutamente la crescita del Paese. Questo vale in tutti i settori e in modo particolare per la ricerca” ha a detto Furlan commentando il
provvedimento con cui il governo ha stanziato 60 milioni per sbloccare l’assunzione dei ricercatori precari, in assemblea permanente da alcuni giorni. “La nostra competitività non può essere che sulla qualità di quello che produciamo – ha proseguito – e sulla capacità di innovazione. Credo che sia un provvedimento giusto che va in queste direzioni”.
Poi ha precisato: “Il presidente della Regione convochi un tavolo con tutte le parti sociali e insieme, su obiettivi comuni, si può lavorare. La giunta deve innanzitutto pensare al lavoro, a creare sviluppo. Deve essere un obiettivo comune”.
“La Cisl Sicilia – ha aggiunto- ha lanciato un’idea che condivido: ci vuole un grande patto per lo sviluppo e per il lavoro che veda la partecipazione di tutte le istituzioni. La Sicilia è una regione importante ma è qui la piaga della disoccupazione è davvero troppo grande. Per affrontarla ognuno deve responsabilmente metterci il suo impegno”.
Rifiuti, precari, enti di area vasta e spesa regionale. “Cinque punti cinque per dar corpo alla svolta che la Sicilia attende”. Sul fronte nazionale, l’appello al parlamento “affinché dia definitivo corso al pacchetto previdenza, frutto di oltre un anno e mezzo di confronto tra governo e sindacati e che supera tante rigidità della Fornero”. Sono i temi emersi dall’assemblea regionale dei quadri Cisl, svoltasi in mattinata a Palermo. All’assise, aperta dal segretario della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e conclusa dalla leader nazionale Annamaria Furlan, hanno preso parte 500 delegati delle nove province dell’Isola. In prima fila una poltrona vuota sulla quale una locandina macchiata di rosso recitava: “Riservato a tutte le donne vittima di violenza”.
Ma ecco i cinque punti cinque snocciolati da Milazzo e su cui il segretario ha invocato l’intervento del governo Musumeci. I rifiuti. Per la Cisl è tempo di “affidare agli archivi della storia il sistema arcaico e perverso delle discariche e la logica perdente delle proroghe su proroghe”. Tanto più che siamo sull’orlo dell’ennesima crisi. Domani scade l’ordinanza che ha assegnato alla Regione poteri speciali. Ma aldilà dell’immediato, servono una nuova organizzazione del sistema “praticamente bloccato da vent’anni”; un piano regionale che s’intrecci con quello per l’energia. L’incremento della raccolta differenziata, inchiodata sul 24-25 per cento in media contro il 65% voluto dall’Ue. E l’accelerazione sul fronte dei sistemi di riciclo e degli impianti di valorizzazione. La spesa regionale. “C’è bisogno di uno sprint, di uno scatto, di un sussulto”, ripetono alla Cisl, a cominciare dagli 1,9 miliardi della delibera Cipe pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale qualche giorno fa. Attraverso la “rimodulazione dei piani per i fondi Ue e di quelli relativi ai 5,2 miliardi dei patti per la Sicilia e per le tre aree metropolitane”. “Proponiamo l’istituzione di una cabina di regia governo-Anci-forze sociali presso la presidenza della Regione – precisa Milazzo – per la verifica con cadenza bimestrale dello stato di avanzamento della progettazione esecutiva e per rilevare eventuali impasse che fermano gli uffici tecnici, che semmai vanno potenziati”. Città metropolitane ed enti di area vasta. Tanto più dopo la sospensiva del Tar, di un paio di giorni fa, queste istituzioni “non possono rimanere nel limbo di una grottesca confusione, in attesa che prima o poi la Consulta si pronunci”. Con seimila dipendenti più 800 delle Partecipate, appesi a un filo e con la palude delle attività. “Governo e Ars si mettano di buzzo buono e diano velocemente un punto alla questione”. I precari. Una pagina triste, che va chiusa. Oltretutto perché in certi casi aperta è rimasta per decenni. Adesso è disponibile una finestra anche grazie alla circolare Madia, la 3 del 2017, arrivata dopo una lunga trattativa col sindacato. Per la Cisl, “vanno messe in atto tutte le procedure possibili per la stabilizzazione”. E per questo gli enti locali che non lo abbiano già fatto, “che sono purtroppo la gran parte”, dovrebbero essere richiamati a chiudere celermente il consuntivo 2016, il preventivo 2017-19. E a fare il bilancio consolidato senza il quale ormai non si va da nessuna parte.
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