C’era anche l’ex sindaco di Isola delle Femmine Stefano Bologna tra le vittime dei ladri che hanno messo a segno diversi furti nel palermitano. L’ex amministratore era in casa con la famiglia e si è trovato il ladro in casa che stava svuotando la vetrina argenteria.
L’ex sindaco di Isola delle Femmine e oggi consigliere d’opposizione è nell’elenco delle vittime dei furti messi a segno a Isola e Carini tra l’estate del 2021 e i primi mesi del 2023. Quattro gli arresti eseguiti dai carabinieri su disposizione del gip Marco Gaeta.
Gli indagati
Tra gli indagati ci sono Francesco Paolo Mulinelli, palermitano di 28 anni che è stato rinchiuso in carcere. Ai domiciliari invece vanno Giovanni Puccio, 26 anni, di Carini, Giacomo Siino, 32 anni anche lui di Carini e Sergio Salsiccia, 39 anni nato a Palermo.
A Mulinelli vengono contestati, oltre all’episodio che ha coinvolto l’ex sindaco, due furti al Maxim bar di via Roma, uno a Natale 2021 e l’altro pochi giorni dopo, uno all’agenzia di scommesse Goldbet di viale Italia, uno al Conad di via delle Industrie e tre colpi in proprietà private.
A Puccio, Salsiccia e Siino invece – stando alle indagini condotte dai militari della Compagnia di Carini sotto il coordinamento della Procura – vengono contestati il furto alla scuola Ninni Cassarà di Carini, dov’erano state rubate alcune borse contenenti giocattoli e materiale didattico per i bambini), nell’ufficio Postal service di corso Umberto I, nel Centro ortopedico sanitario Ballarò e nel bar Dolce Bacio di via Italia dove furono rubati 2 mila euro dalla cassa. A completare la lista i colpi in tre proprietà private.
Nel messinese sgominata banda dedita ai furti in casa e spaccio
Nei mesi scorsi, su delega della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, i Carabinieri della Compagnia di Taormina hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, emessa dal Giudice dell’Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di tre persone, originarie di Piedimonte Etneo e Giarre, ritenute responsabili – a vario titolo – dei delitti di furto in abitazione aggravato, ricettazione e traffico di sostanze stupefacenti. Altre sei persone, sempre del comprensorio Jonico/Etneo sono indagate in stato di libertà per i medesimi reati e nei loro confronti è stato emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari e informazione di garanzia.
L’operazione trae origine dalle indagini avviate dai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Taormina a seguito di un’incidente stradale verificatosi nel giugno 2020 in località Giardini Naxos, nel quale aveva perso la vita un giovane di 19 anni ed era rimasta gravemente ferita la fidanzata, allora minorenne. A seguito di tale evento delittuoso erano stati avviati alcuni approfondimenti investigativi da parte dei Carabinieri della Compagnia di Taormina, con il coordinamento della Procura distrettuale della Repubblica di Messina, al fine di ricostruire la dinamica dell’incidente ed identificare con certezza chi fosse alla guida dell’autovettura.
A conclusione di tali accertamenti, nell’aprile dello scorso anno, era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 26enne di Piedimonte Etneo, poiché ritenuto responsabile dei reati di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia e altre tre persone, che erano a bordo dell’autovettura coinvolta nell’incidente mortale, erano state indagate in stato di libertà per i reati di calunnia e favoreggiamento personale.
Nel corso delle attività d’indagine, anche di natura tecnica, erano emersi elementi idonei ad integrare ulteriori fattispecie delittuose, ovvero furti in abitazione e reati in materia di stupefacenti, poste in essere nei territori di alcuni paesi della provincia di Catania.
Pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania aveva disposto ulteriori approfondimenti, all’esito dei quali, in particolare, era emersa la centralità della figura di uno degli indagati (attualmente ristretto in carcere per omicidio stradale) quale punto di riferimento per i componenti di una piccola banda aggregatasi intorno a lui al fine di commettere furti in appartamento, detenere e smerciare sostanze stupefacenti di vario genere, non disdegnando il tentativo di recuperare armi da utilizzare con la specifica finalità.
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