Furto all’interno del negozio Ralph Lauren di via Libertà. A eseguirlo sarebbe stata una donna che avrebbe fatto razzie d’indumenti del costoso marchio. In tutto sono stati asportati tre maglioni, tre polo e una maglia a girocollo del valore di 750 euro. Il furto è avvenuto qualche giorno fa e ad accorgersene sono stati gli stessi dipendenti del negozio dopo che ormai la donna si era dileguata.

La donna immortalata dalle telecamere

Sono state anche allertate le forze dell’ordine. Secondo quanto ricostruito anche grazie alle immagini della videosorveglianza, si tratterebbe di una donna sui 30-35 anni, alta circa un metro e sessanta. Al momento del furto indossava delle scarpe da ginnastica. Come si vede dalle immagini, è entrata fingendosi una cliente, ha girato fra gli espositori e, senza dare nell’occhio, avrebbe preso i sette capi d’abbigliamento. Poi è uscita dileguandosi.

Indaga la polizia

Indaga la polizia di Stato che ha eseguito i rilievi alla ricerca d’impronte digitali e ha acquisito le immagini della videosorveglianza.

Sono tanti i furti a Palermo

A marzo furto in un pub a Palermo e il titolare pubblica su Facebook i filmati della razzia. I ladri nella notte sono entrati nel locale Borderline in via Materassai alla Vucciria a Palermo e hanno portato via tutto, bottiglie di alcol, mixer, casse amplificate e altro ancora. Hanno cercato di portare via un’intera vetrina frigo con tutte le bottiglie utilizzando un carrello, ma alla fine, forse disturbati dal passaggio di qualcuno hanno desistito. I danni ammontano a diverse migliaia di euro. Il titolare Dario Romana, 46 anni, ha presentato denuncia ai carabinieri. “Ecco come si presenta oggi il Borderline – dice il titolare – ci hanno praticamente ucciso, non bastavano la pandemia e la guerra”. Mentre attraversa il locale per constatare i danni, registrando tutto con il cellulare, dice ancora: “Non c’è più niente, hanno preso tutto quello che serviva per lavorare. Sapevano dove mettere le mani”. Sul furto indagano i militari che hanno acquisito le immagini di alcune telecamere per risalire all’identità dei responsabili.

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