Avrebbero rubato l’identità del presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo per intascare i soldi di un finanziamento che doveva servire per acquistare un’auto a Napoli. Una truffa solo tentata perché la concessionaria e la finanziaria hanno bloccato fin da subito l’operazione fiutando che potesse esserci qualcosa di anomalo.

Intanto la Procura di Palermo ha riaperto le indagini sul caso del furto di identità a Toti Amato dopo che stava per naufragare verso l’archiviazione. Come si legge sul Giornale di Sicilia, i legali di Amato avrebbero insistito per proseguire nelle indagini fornendo altri spunti investigativi. Il pm di Palermo aveva deciso di archiviare per mancanza di sufficiente materiale su cui indagare dopo che una persona, ad oggi ancora sconosciuta, aveva cercato di intascare il denaro di una finanziaria presentandosi col nome di Amato e mostrando documenti fasulli.

Ora il pm di udienza ha chiesto la ritrasmissione degli atti al suo ufficio, per continuare le indagini. Dopo aver scoperto il furto d’identità, Amato si rivolse alla polizia postale. Allo stesso tempo un tale Giovanni Albanese si era premurato di aprire un conto corrente in una filiale di una banca palermitana. Lì sarebbe dovuto arrivare il finanziamento per il sedicente Toti Amato.

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