Poche ore alla fine della campagna elettorale tocca a Gaetano Armao, candidato del terzo polo alla Presidenza della Regione, tornare negli studi di Talk Sicilia a tirare un bilancio di questi giorni e lanciare gli ultimi impegni e gli ultimi appelli.

Una campagna elettorale molto breve

“E’ stata una campagna elettorale molto breve e svolta in piena estate dominata dal tema drammatico della crisi energetica. Si possono ritenere poco osservati altri temi cruciali per la Sicilia, per il Sud, che sono rimasti un po’ in ombra. Alcuni candidati non hanno neanche presentato il programma. E’ mancato il dibattito sui grandi temi come i rigassificatori, i termovalorizzatori, i trasporti, le infrastrutture, il digitale. Quello che può rappresentare il futuro per la nostra Sicilia”.

Tre crisi in serie, la tempesta perfetta per la Sicilia

“Purtroppo abbiamo incrociato tre crisi, una dietro l’altra. Prima la crisi finanziaria che ha avuto effetti nel Centro-Sud, soprattutto in Sicilia, perché nel quinquennio di governo al centrosinistra non si sono affrontati i problemi cruciali della Regione e della Sicilia. Non ha recuperato quello che aveva perso con la crisi finanziaria dei primi del 2010 2011 e i primi anni del secondo decennio degli anni 2000. Poi è arrivata la crisi, che ha avuto effetti devastanti durante il periodo del lockdown e poi, quando ci stavamo riprendendo, non a caso nel primo semestre del 2022 la Sicilia e abbiamo lavorato per questo la Sicilia è stata la terza regione italiana per investimenti e la quarta per incremento del prodotto interno lordo, è arrivata questa mazzata della crisi energetica, insieme agli effetti determinati della guerra russo ucraina che sta veramente deprimendo nuovamente il prodotto interno lordo. Siamo costretti all’emergenza. Questo è un dato oggettivo. La politica deve guardare ai grandi piani e ai grandi programmi quando a tempo. Ma quando c’è una esigenza non si può guardare ai grandi progetti e alle strategie. Quando sono superate le emergenze lo si farà. Oggi dobbiamo impegnarci direttamente. Noi come Terzo polo l’abbiamo posta come priorità assoluta. Fermo restando che il nostro programma si occupa anche transizione ecologica, transizione digitale dei grossi problemi della Sicilia, il voto segreto all’assemblea, la privatizzazione dell’Ast, una sola società aeroportuale, lo sviluppo dei piccoli aeroporti, tutta una serie di questioni che sono cruciali per l’estensione del turismo. Ci sono scelte programmatiche importanti, però prioritariamente occorre dare risposta alle migliaia di famiglie siciliane che stanno soffrendo per la crisi energetica”.

I conti della Regione

“Noi abbiamo chiuso cinque bilanci che sembravano impossibili da chiudere. Abbiamo ridotto l’indebitamento, abbiamo abbassato le addizionali Irpef e Irap che erano ai massimi, quindi non metteremo le tasche nelle mani dei nostri contribuenti. Le abbiamo riportate ai livelli medi nazionali abbiamo ridotto di 640 milioni gli interessi da pagare per il debito residuo ed è molto importante quello che è accaduto anche nel settore del digitale, dove? Dove delle informazioni digitali della pubblica amministrazione noi dall’1 gennaio partiamo col sistema. Dove? Digitalizzato, quindi sarà molto più veloce e certamente alcuni dipartimenti hanno ritardato l’accertamento di tutta la regione. Lo posso dire da voi oggi. Il decentramento è stato finalmente terminato perché anche i dipartimenti inadempienti hanno svolto il loro lavoro. Abbiamo fatto degli accantonamenti, ma siamo andati avanti. Ecco, queste sono tutte le dimensioni del risanamento economico che è stato fatto, ma che potrà avere compimento solo quando si chiuderanno gli accordi finanziari con lo Stato. Noi abbiamo nel 2018 presentato una nuova piattaforma. Essendo una regione autonoma, abbiamo degli accordi finanziari che debbono in qualche modo riequilibrare il rapporto tra prestazioni e funzioni che la Regione svolge ed entrate che la Regione può acquisire in compartecipazione con lo Stato, dal gettito fiscale che i siciliani producono. E questo equilibrio che la Corte dei Conti ha detto non sussiste perché incassiamo meno dallo Stato. Quindi lo Stato ci dà meno compartecipazione di quella che sarebbe necessaria ad alimentare le funzioni che dobbiamo rendere ai cittadini soprintendenze, Motorizzazione, Beni culturali, settore del lavoro, Genio civile, tutto quello che è tutto in capo alla Regione a carico della Regione”.

L’insularità diventa operative nel giorno del compleanno del padre dell’Autonomia

Dal 29 ottobre sarà operativa la riforma costituzionale che ha introdotto il principio di insularità, una norma che, caso vuole, entra in vigore nel giorno del compleanno di Giuseppe Alessi primo presidente della Regione siciliana “Dallo Stato abbiamo ottenuto il riconoscimento di un principio, ma non soltanto. Intanto 100 milioni ce li hanno già dati e ce li daranno ogni anno a regime. E’ pochissimo rispetto all’importo di 6 miliardi che abbiamo calcolato. Però è già l’apertura di una breccia nel muro.

L’abbiamo ottenuta con votazione quasi unanime di Camera e Senato per ben due volte. Ma come mai i trentini, i valdostani, i leghisti più sfegatati, hanno votato più al Sud? Lo hanno fatto perché siamo andati a Roma a chiedere il riconoscimento alla Commissione su una verità inconfutabile e lo abbiamo fatto con uno studio sui costi  che non ha fatto nessuna regione europea. E quindi di fronte alla dimostrazione che la Sicilia soffre un tributo occulto di 6 miliardi di euro hanno dovuto riconoscere che questa condizione va compensata con trasferimenti o fiscalità di vantaggio.

Ecco perché la perequazione infrastrutturale, cioè investimenti nelle infrastrutture che ci consentono una mobilità più agevole. A partire dal ponte, ma penso anche alla viabilità straordinaria, agli aeroporti, ai porti, alle autostrade del mare, al mare bonus, cioè quell’investimento che abbiamo fatto di 15 milioni di euro per agevolare il trasporto via mare delle nostre merci e non quello via camion, perché ha costi molto più elevati e inquina molto di più. Allora questa è la dimostrazione che quando la Sicilia si presenta senza gridare, non stracciona, non col turpiloquio e l’offesa, la lingua di fuori e le grida, ma si presenta con serietà, con competenza, con numeri alla mano, e dimostra che ci sono dei divari da recuperare, si ottiene e si porta a casa il risultato”

L’appello al voto

“Per quanto riguarda la mia persona, ho lavorato cinque anni al servizio dei siciliani e voglio continuare a farlo. Nella logica di una Sicilia che recupera la sua credibilità ma che punta al suo riscatto non gridando, non sbraitando, non mettendo i piedi sul tavolo, ma spiegando, illustrando, pretendendo, battendo in alcuni casi i pugni sul tavolo, ma sempre con una compostezza e una serietà di argomentazioni che parte dalla competenza sui temi. Per quanto riguarda il Terzo Polo è la vera novità di questa campagna elettorale. Guidato da Carlo Calenda con Azione Italia Viva, che punta ad una aggregazione nuova delle forze riformiste, cattoliche e liberali ovvero quelle forze che hanno fatto la Costituzione e che hanno fatto dell’Italia la quinta potenza economica del mondo. Sono quelle forze che hanno portato l’Italia in Europa.  Queste forze oggi possono trovare, all’interno della nostra lista, una nuova ricomposizione e lanciare un’idea centrista per un Paese che non vuole vivere di estremismi. Non è pensabile immaginare il capo di una nazione straniera marginale quale l’Ungheria come riferimento politico d’Italia, né tantomeno oscillare, come fa il Pd tra Cinque Stelle, Fratoianni e quant’altro. L’idea centrista che guarda all’Europa, che guarda all’esperienza del governo Draghi e che guarda a un futuro diverso. La nostra forza è quella che punta a far restare i nostri ragazzi in Sicilia, farli magari partire per studiare, ma poi tornare qui a costruirsi un futuro e fare una famiglia e lavorare in Sicilia”.

L’intervista integrale

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