Oggi potrebbe essere il giorno in cui il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, annuncerà la rosa degli assessori che lo accompagneranno nel progetto di governo della Città dopo aver vinto le elezioni amministrative al primo turno. Lo scacchiere di Lagalla sembra essere ormai completato e i nomi sono trapelati già nei giorni scorsi. Una accelerata sulle deleghe si è avuta ieri e il quadro sembrerebbe già essere più che delineato.
Oggi attesa la riunione di maggioranza
Nella mattinata di oggi, 16 luglio, è attesa una riunione di maggioranza, dopo la quale potrebbe arrivare l’annuncio definitivo, anche se non è da escludere che la nomina ufficiale possa slittare all’inizio della prossima settimana. Ieri intanto sono arrivati i nomi dei tre assessori proposti da Fratelli d’italia- Saranno tre come quelli che avrà Forza Italia. La Meloni ha indicato Giampiero Cannella, coordinatore regionale della Sicilia occidentale, la deputata nazionale Carolina Varchi, possibile vicesindaco, e Dario Falzone. Per il partito di Berlusconi Andrea Mineo, Rosi Pennino e Aristide Tamajo. In quota Lega il nome è quello di Sabrina Figuccia, con la possibilità di una staffetta con Alessandro Anello. Totò Orlando da Italia Viva. Quasi certa la delega a Maurizio Carta, pro rettore e fedelissimo di Lagalla. Pippo Enea potrebbe essere l’assessore in quota Nuova Dc di Cuffaro. Alternativa è Sandro Geraci. Totò Lentini potrebbe non arrivare ad avere alcuna delega come i componenti dell’Udc, partito del sindaco.
Rifondazione comunista, “Nulla sul progetto di governo”
Alla notizia dei nomi, arriva la polemica dalle opposizioni, “Le deleghe assegnate da neo sindaco Roberto Lagalla parrebbero in prima battuta premiare anche le azioni di sabotaggio portate sistematicamente avanti da alcuni uomini di Italia Viva nell’ultima consiliatura”. Lo sostiene in una nota Ramon La Torre, segretario cittadino di Rifondazione Comunista. “Totò Orlando – continua La Torre – già presidente del consiglio e artefice dei giochi al ribasso nei lavori d’aula, diventerebbe assessore in quota Faraone. I ruoli di primo piano ancora non meglio definiti per Carolina Varchi, Gianpiero Cannella, e Dario Falzone escono invece dagli esercizi spartitori del potere per il potere e nulla è ancora dato sapere sul progetto di governo per la città di Palermo”.
Gli scontenti e gli accordi saltati
Ci sono anche gli scontenti. A ricordarlo è stato il deputato regionale e leader di Alleanza per Palermo Totò Lentini. Parole che seguono a quelle pronunciate non più tardi di dieci giorni fa dal leader di Noi con l’Italia Saverio Romano. “I patti sono fatti per essere osservati e da quanto apprendiamo dalle dichiarazioni, di alcuni giorni fa, dal sindaco Roberto Lagalla, sulla composizione della Giunta Comunale, si viola il patto elettorale sottoscritto da tutti i partiti di centrodestra. Lagalla è stato per più di quattro anni assessore regionale, proprio grazie alla serietà della coalizione di centrodestra che ha garantito in quel caso il patto pre elettorale d’inserirlo in Giunta regionale – ricorda Lentini -, visto che ha rinunciato alla sua candidatura a presidente della Regione, e non certo per rappresentanza numerica post elettorale avendo, con il suo movimento Idea Sicilia, eletto nel 2017 solo se stesso”.
Il monito di Lentini
Un duro attacco al quale Totò Lentini fa seguire un monito ben preciso. “Se davvero la nostra esclusione dal governo della città si dovesse realizzare, ci troveremmo davanti, appunto, a un vero e proprio tradimento contro la coalizione e la credibilità del centrodestra, creando un vulnus insanabile anche in vista delle prossime elezioni regionali e nazionali. Oggi chiediamo l’immediata convocazione da parte del sindaco di una riunione politica con tutti i partiti che lo hanno appoggiato e hanno contribuito alla sua elezione”. Compagini che rimangono al momento scontente quindi, anche se si potrebbe andare incontro a una sorta di compensazione relativamente ai tasselli di sottogoverno.
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