Intitolato a Giuseppe Di Matteo il parco urbano San Giuseppe Jato (Palermo). Il primo parco su terreni confiscati alla criminalità organizzata ed è stato intitolato appunto al piccolo rapito e ucciso dalla mafia nel 1996. L’intitolazione è avvenuta oggi nel giorno dell’anniversario del delitto.
Riqualificata l’area con fondi del ministero dell’Interno
Il progetto è stato voluto dalle commissarie dell’amministrazione comunale Esther Mammano, Federica Nicolosi e Susanna Conte, ha previsto la riqualificazione dell’area sequestrata grazie a fondi del ministero dell’Interno, nonché l’arricchimento naturalistico del terreno con 260 piante, alberi e arbusti di diverse specie, tutte tipiche della zona, a tutela della biodiversità, messe a dimora grazie alle donazioni e all’impegno di un gruppo di imprese, facenti parte della rete #GreenHeroes.
Coinvolti i ragazzi di San Giuseppe Jato, presente il prefetto di Palermo Cucinotta
Filo conduttore della cerimonia commemorativa è stata la partecipazione attiva dei ragazzi del paese. All’inaugurazione ha preso parte il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, i commissari prefettizi e il sindaco di Altofonte Angela De Luca.
Giuseppe Di Matteo
Giuseppe Di Matteo fu ucciso dai clan mafiosi rivali per vendicarsi contro il padre che era diventato collaboratore di giustizia. Venne strangolato e il suo corpo sciolto nell’acido. Giuseppe Di Matteo era nato a Palermo il 19 gennaio 1981, fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, all’età di 12 anni, in un maneggio di Piana degli Albanesi, da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato.
Un segnale di giustizia sociale e ambientale
“La realizzazione del parco urbano su un bene confiscato alla mafia – affermano i commissari straordinari – è segno tangibile della restituzione alla comunità di quanto alla stessa sottratto con violenza e illegalità. La messa a dimora delle piante in quest’area simboleggia l’auspicio di porre nuove radici. Da qui si deve ripartire per la rinascita del territorio all’insegna dei principi di giustizia sociale e ambientale”.
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