“Appalto per l’interporto di Termini pronto entro il 2022 secondo l’assessore Falcone? Promessa di chi, evidentemente, cerca consenso elettorale. Peccato che fu proprio lui, durante questo governo Musumeci, a definanziare l’opera e che su questa vicenda non abbia mai aperto alcun dialogo con i soggetti istituzionali coinvolti, primo tra tutti il Comune di Termini Imerese, mai consultato”. È il duro affondo che il deputato regionale M5S Luigi Sunseri ha lanciato sabato scorso dopo il nuovo annuncio dell’assessore regionale alle Infrastutture, Marco Falcone, su un nuovo progetto realizzato dall’Università di Palermo.

Un iter lunghissimo

Luigi Sunseri

Luigi Sunseri

“Questo appalto – dice Sunseri – è stato già aggiudicato nel lontano 2013 alla società Tecnis S.p.A., ormai in bancarotta. Il valore complessivo dell’opera, finanziata con fondi europei (PO-FESR 2014-2020), ammontava a 93 milioni di euro”.

Originariamente previsto nel Piano Generale Trasporti del 1986, individuato dalla Legge Obiettivo del 2001, approvato dal CIPE nel 2009, l’Interporto di Termini Imerese diventa un progetto e viene appaltato nel 2013. Aggiudicazione definitiva nel 2014 alla Tecnis e poi revocato nel 2017. Poi lo stop. La Sis, Società Interporti Siciliani è stazione appaltante. E la Sis è partecipata per il 89,7% dalla Regione, per il 10% dall’AST.

“Un’opera mai realizzata, anche, causa dello stesso Falcone che nel 2018, proprio sotto il governo Musumeci, di cui è assessore, ha deciso di definanziarla. Infatti, ad oggi l’opera non ha alcuna linea di finanziamento”, ha ribadito Sunseri.

Il carrozzone SIS

“Falcone – ha continuato Sunseri – in preda, evidentemente ad un delirio di onnipotenza politica, prova a difendere l’indifendibile, lasciandosi andare a dichiarazioni prive di ogni logica politica o economica, perché completamente disancorate dalla realtà e dai numeri, asserendo di avere ‘rimesso in piedi il carrozzone decotto’ della SIS, la Società degli Interporti Siciliani, la partecipata regionale che avrebbe dovuto appaltare la costruzione degli interporti di Termini Imerese e Catania.

Ebbene, senza volermi dilungare troppo sui fallimenti della S.I.S. nell’universo delle partecipate regionali, essendomene ampiamente occupato in un recente lavoro (LEGGI QUI), mi limito ad osservare che questa società è uno degli esempi più scandalosi di mala gestio pubblica, in cui ogni principio di trasparenza e pubblicità viene disatteso e dove gli interessi personali prevalgono, spesso, su quelli pubblici. Si tratta di una società che non ha mai chiuso un bilancio in positivo, nonostante i 2,5 milioni di ricapitalizzazione, finanziati proprio dal governo Musumeci nel 2018”.

False promesse e campagna elettorale

“Ormai – ha concluso Sunseri – il gioco è chiaro a tutti: quando la campagna elettorale si avvicina, le (false) promesse sono sempre dietro l’angolo. Promesse che affondano le radici nella incapacità di una classe politica di formulare un progetto serio e lungimirante per la nostra terra”.