• Il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché polemizza con la stampa
  • Ha definito il green pass “una camurria”
  • A suo avviso “la realtà sta superando la fantasia”

In aperta polemica con la stampa, con cui da qualche tempo non corre buon feeling, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, questa mattina, incontrando i giornalisti in occasione dell’apertura dell’itinerario archeologico a Palazzo Reale, non ha voluto commentare la notizia, sollecitato da un cronista presente, sulla richiesta delle liste di non vaccinati da parte del generale Figliuolo, perché, a suo dire, la stampa non sempre riporta circostanze rispondenti al vero.

La polemica con la stampa

“Poiché so quello che scrivete su di me – è stata la risposta di Miccichè – non so se quanto riportato dai giornali corrisponde a quello realmente detto dal generale Figliulo, non intendo commentare qualcosa che non so se risponde al vero e se è stata posta in questi termini”.

Il green pass “una camurria”

Sempre sollecitato, questa volta sull’introduzione del green pass per visite a musei e affini, ha definito il nuovo provvedimento una “camurria”, un’incombenza e una complicazione ulteriore da gestire, per consentire l’accesso ai vari servizi, fra cui quelli museali, e che si sta intraprendendo una direzione verso l’automatismo che sarebbe da scongiurare per il bene dell’umanità.

La realtà sta superando la fantasia

“Da ragazzo – ha aggiunto il presidente dell’Ars – guardavo i film di fantascienza e mi sembravano cose incredibili, oggi la realtà sta superando la fantasia. Non vorrei mai arrivassimo all’introduzione dei chip, perché sarebbe la fine dell’umanità”.

Intanto botta e risposta tra Garante e Regione sui vaccini

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito la Regione Siciliana e tutti i soggetti coinvolti (aziende sanitarie provinciali, datori di lavoro, medici competenti) che i trattamenti di dati personali effettuati in attuazione dell’ordinanza 75 del 7 luglio 2021 del Presidente della Regione Siciliana in assenza di interventi correttivi, possono violare le disposizioni del Regolamento europeo e del Codice privacy.

L’ordinanza

L’ordinanza prevede infatti trattamenti di dati personali relativi allo stato vaccinale dei dipendenti pubblici e degli enti regionali, determinando limitazioni dei diritti e delle libertà individuali che possono essere introdotte solo da una norma nazionale di rango primario, previo parere dell’Autorità. Le disposizioni regionali prevedono che tutti i dipendenti a contatto diretto con l’utenza siano “formalmente invitati” a ricevere la vaccinazione e, in assenza di questa, assegnati ad altra mansione.

Il Garante parla di gravi violazioni

Il Garante, in considerazione delle gravi violazioni riscontrate, ha dunque ritenuto necessario intervenire tempestivamente per tutelare i diritti e le libertà degli interessati, prima che tali criticità producano i loro effetti, ed ha di conseguenza avvertito la Regione Siciliana e tutti gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti, che, in assenza di interventi correttivi, i trattamenti di dati previsti possono violare la normativa privacy. Il provvedimento adottato dal Garante è stato comunicato al Presidente del Consiglio dei ministri e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per le valutazioni di competenza, anche al fine di segnalare alle Regioni e alle Province autonome il necessario rispetto delle disposizioni in materia di protezioni dei dati personali.

Dura risposta di Musumeci

“Mentre sulle colonne del Corsera un autorevole giuslavorista come il professor Ichino rivendica l’esistenza di norme nazionali che possono determinare perfino il licenziamento dei lavoratori, misura francamente sproporzionata, il Garante per la protezione dei dati personali si preoccupa di possibili, quanto inesistenti, lesioni alla privacy derivanti dall’invito alla vaccinazione dei datori di lavoro ai loro dipendenti. Si tratta di un atto giuridicamente non condivisibile, da parte di chi evidentemente non si rende conto di cosa sia una pandemia e come meriti protezione una Regione che non può permettersi nuove chiusure, senza mettere definitivamente a rischio l’economia e, quindi, il lavoro di migliaia di persone e la salute pubblica” risponde il governatore della Sicilia Nello Musumeci,
“Lo stesso professor Ichino evidenzia come non serva una norma nazionale per agire sui lavoratori, perché esiste già l’articolo 2087 del Codice civile che, in combinato disposto con gli articoli 15 e 20 del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro), affida proprio ai datori di lavoro il compito di “adottare tutte le misure consigliate dalla scienza, dalla tecnica e dall’esperienza idonee a ridurre al minimo, se non azzerare, ogni rischio per la sicurezza e il benessere fisico e psichico del lavoratore”.
“Peraltro, proprio nei giorni in cui da Roma vengono chieste informazioni ben più penetranti sul mondo della scuola e in procinto di emanazione del nuovo decreto annunciato dal Governo nazionale – conclude Musumeci – le preoccupazioni avanzate sono infondate e del tutto apodittiche”.
Per Musumeci, insomma, l’attacco del Garante non ha motivo di esistere e la legittimità della sua ordinanza è perfino scontata, sta nelle cose e non necessita di dimostrazione tanto da usare un termine inconsueto come “apodittico”.